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Diclorometano nell’acqua del Gran Sasso, partono gli esposti a Procura e Corte dei Conti

Diclorometano nell’acqua del Gran Sasso, partono gli esposti a Procura e Corte dei Conti

TERAMO, 5 aprile – Un sistema che ha mostrato e continua a mostrare tutte le sue criticità e rispetto al quale le associazioni ambientaliste chiedono agli enti competenti di verificare inadempienze, omissioni ed irregolarità. E’ con un esposto Procure di Teramo e L’Aquila, oltre che alla Corte dei Conti e a tutti gli enti competenti, infatti, che il Forum H2O e la stazione ornitologica abruzzese chiedono di far luce sugli ultimi episodi di contaminazione delle acque captate dai pozzetti che insistono nell’area dei laboratori e delle gallerie autostradali.

Esposto illustrato ufficialmente questa mattina da Augusto de Sanctis, del Forum H20, che ha sottolineato come l’accesso agli atti effettuato dalle associazioni abbia fatto emergere gravi irregolarità, omissioni, errori ed inadempienze di tipo strutturale, gestionale e delle modalità di monitoraggio e controllo.

Sul tavolo la situazione che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Regione e alla chiusura per oltre quattro mesi del punto di prelievo dei laboratori e i rischi legati alla presenza nei laboratori di migliaia di tonnellate di sostanze pericolose, che porrebbero seri dubbi sulla compatibilità di alcuni esperimenti con il contesto ambientale e sociale.

“Innanzitutto va sottolineata l’irregolarità delle captazioni ai laboratori e ai tunnel – dichiara De Sanctis – che come ammesso dall’Istituto superiore di sanità e dalla stessa Asl non rispettano le previsioni di legge in quanto le sostanze stoccate sono troppo vicine ai punti di prelievo. Tanto che Lolli ha annunciato nuovi lavori per nuovi punti di captazione più lontani. Una soluzione che in ogni caso non risolve le delicate problematiche che sono alla base del problema” .

Tante le criticità evidenziate: dal monitoraggio dell’acqua, con il primo campionamento utile effettuato dall’arta il 30 agosto quando lo sversamento si era verificato il 24 alla discordanza degli esiti dei accertamenti effettuati dai vari enti interessati:

“L’Arta ha riscontrato presenza di diclorometano nei prelievi de 30 agosto e del 1 settembre. La Ruzzo Reti ha svolto monitoraggi il 29 agosto ed in contemporanea con l’Arta e non ha mai riscontrato la presenza di diclorometano. Pertanto vi è un evidente discordanza, addirittura su campioni prelevati lo stesso giorno. E visto che anche il laboratorio dell’Infn, seppur in punti diversi, ha riscontrato il diclorometano praticamente dappertutto, riteniamo che i risultati della Ruzzo Reti siano da considerarsi dei falsi negativi”.

Una situazione resa ancor più grave dal fatto che il riscontro del diclorometano, e a novembre e dicembre anche del cloroformio, entrambi sotto i limiti per le acque potabili ma sopra i limiti per le acque sotterranee, non sia stata comunicata agli organi competenti.

“Le acque sono state mandate a scarico, cioè nei corsi d’acqua – continua De Sanctis – Non risulta che nell’immediatezza siano stati avvertiti gli organi di controllo, Parco nazionale compreso, nè che siano stati assicurati monitoraggi”.

Sotto accusa anche il mancato funzionamento dello spettrometro dei laboratori all’epoca dell’episodio di contaminazione e l’assenza di comunicazioni alla Prefettura di L’Aquila e alla popolazione di quanto avvenuto.

“Il piano di emergenza esterno dei laboratori del Gran Sasso – dichiara De Sanctis – prevede precisi obblighi di comunicazione per qualsiasi problema ma nulla è stato comunicato alla Prefettura dell’Aquila e alla cittadinanza”.

Tra le numerose questioni sollevate anche quella dell’efficacia dei lavori di messa in sicurezza svolti fino ad oggi.

“Il commissario Balducci ha speso 84 milioni di euro per la messa in sicurezza dei laboratori – conclude De Sanctis – oggi si rileva l’inefficacia di quegli interventi. La Asl e l’Iss l’avevano segnalato per tempo. Ora si pensa a nuovi costosissimi interventi. Bisogna capire che tipo di opere sono state fatte nel passato”.

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