Dimissioni del sindaco al Comune di Teramo, Cardelli: “Un governo di unità civica fino a febbraio 2018”
TERAMO, 24 aprile – Mentre il sindaco dimissionario Maurizio Brucchi sta cercando di capire se c’è una strada per poter andare avanti, opzione che sembra più un’utopia, nel dibattito sul futuro di Teramo si inserisce la proposta del consigliere indipendente di opposizione Paola Cardelli. Consigliere che avanza l’idea di un governo di unità civica, “con una Giunta formata da un vicesindaco liberamente scelto dal primo cittadino e tre assessori selezionati in base ad un profilo rigorosamente professionale la cui nomina sia preventivamente approvata dal consiglio” ed un consiglio “che assuma un ruolo centrale ed incondizionato”.
“Non è importante stabilire se le dimissioni del sindaco costituiscano un atto dovuto, scontato o tattico, bensì essere consapevoli che esse debbano rappresentare un definitivo momento di cesura con tutto ciò che le ha precedute dalle elezioni ad oggi – scrive Cardelli – Un ennesimo rimpasto di Giunta, tenacemente ancora adesso viene prospettato, oltre a non essere eticamente ammissibile, non sortirebbe alcun effetto duraturo e costruttivo, poiché è già dimostrato come sia impossibile soddisfare la pletora di avide pretese e contrastanti bramosie di troppi tra i personaggi in gioco e come queste guerre di posizione, abbiano reso secondario se non inesistente il perseguimento dell’interesse pubblico”.
Per Cardelli, però, lo spettro di un commissario alla guida della città per un intero anno rappresenterebbe comunque un duro colpo per la città.
“Il peggiorato quadro sismico, gli ingenti danni provocati dai terremoti già avvenuti, imporranno da qui ad un anno una serie di scelte che incideranno in modo permanente e profondo sull’assetto della nostra città e sulla sua decimata popolazione – continua il consigliere – Scelte assolutamente discrezionali che non possono essere demandate a chi debba risponderne solo tecnicamente e non politicamente e dunque esclusivamente in termini di legittimità e non di opportunità”.
Da qui la proposta, avanzata a sindaco e consiglio comunale, di dare vita ad un Governo di unità civica “che affranchi tutti dai diktat di partito e vanifichi le ambizioni e le aspirazioni di ognuno“.
Un Governo con una Giunta formata da un vicesindaco e tre assessori e un consiglio dove “tutti i Consiglieri potranno e dovranno acquisire completa cognizione di quanto si andrà a deliberare, entrare obbligatoriamente nel merito di ogni questione ed assumersi personalmente la responsabilità dei propri atti, al contrario di quanto sinora è accaduto”.
Consiglio e giunta a termine, pronti a dimettersi entro il 24 febbraio del 2018 per poter andare alle elezioni.