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Domato l’incendio sul Morrone. Il sindaco di Pratola Peligna: “Adesso bisogna fare giustizia”

Domato l’incendio sul Morrone. Il sindaco di Pratola Peligna: “Adesso bisogna fare giustizia”

SULMONA, 3 settembre 2017 – Finalmente il Morrone non brucia più. A darne l’annuncio è il sindaco di Pratola Peligna, Antonella Di Nino, che nei giorni scorsi è scesa in prima linea sul fronte dell’incendio.  “Dopo due lunghe settimane che hanno visto bruciare le nostre amate montagne, per mano di un attacco vile condotto con rara spregiudicatezza – scrive Di Nino sul suo profilo Facebook – oggi finalmente possiamo dire che le fiamme sono state circondate e domate”.

L’epilogo è arrivato nel tardo pomeriggio, dopo 14 giorni di rabbia, angoscia e dolore, per la devastazione di un patrimonio naturale dal valore immane. Ancora questa mattina, sul Morrone, si notavano alcuni focolai, sul Colle delle Vacche e sul versante di Roccacasale. L’azione di Vigili del fuoco e volontari, che in queste due settimane hanno lottato senza sosta contro il fuooco, ha però permesso di domare l’incendio e mettere in sicurezza la montagna. Si spera definitivamente.

Passato il momento dell’emergenza, Di Nino guarda avanti e chiede giustizia:

“Siamo stati tenuti sotto scacco da menti criminali, che ora la giustizia dovrà identificare e punire, per i danni incalcolabili inferti al patrimonio boschivo e naturalistico di un territorio che fa della sua vocazione ambientale un punto di forza. Ora per noi tutti inizia una nuova fase, una fase in cui servirà ancora il supporto ed il coraggio di tutti. Una fase in cui dobbiamo prenderci cura di una montagna ferita, che necessita di essere riabilitata, senza che però questa fase possa diventare facile obiettivo di appetiti esterni”.

Il sindaco di Pratola Peligna ringrazia tutti i soccorritori, ricordando “il lavoro incessante dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri Forestali, dei Militari, della Protezione Civile e dei tantissimi volontari che hanno profuso un impegno grande e qualificato, per contrastare inneschi e roghi che colpivano alle spalle, all’improvviso e con calcolata protervia, anche quando sembrava che il fuoco fosse stato spento dopo ore di attività di contrasto a terra e con gli elicotteri Canadair ed Erickson volati sui nostri cieli a lanciare enormi quantità di acqua e speranza”.

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