Provincia messa in ginocchio da neve e sisma, i sindaci teramani chiedono lo stato di emergenza
TERAMO, 13 febbraio – Migliaia di ordinanze di sgombero, 437 milioni di danni ed una provincia che continua a franare. Una provincia messa in ginocchio da sisma e neve e che chiede a gran voce un provvedimento ad hoc da parte del Governo, oltre alla modifica dell’ultimo decreto terremoto giudicato insufficiente dai sindaci teramani, molti dei quali insistono sulla necessità di organizzare una manifestazione di protesta a Roma.
La richiesta del riconoscimento di una “specificità teramana” e quindi di un decreto ad ok arriva direttamente dall’assemblea dei sindaci, riunita questo pomeriggio in Provincia dove i rappresentanti del territorio (presenti 40 sindaci) hanno votato all’unanimità la delibera proposta dalla Provincia sulla “Richiesta di provvedimenti urgenti al Consiglio dei Ministri e alla Regione Abruzzo”..
Delibera con la quale si chiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il tramite della Regione Abruzzo,” in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici e dei fenomeni sismici verificatisi nel mese di gennaio 2017, il riconoscimento dello stato di emergenza derivante da calamità naturale con specifico riguardo per il territorio della Provincia di Teramo e dei Comuni nella medesima insistenti, con la contestuale assegnazione di adeguate risorse finanziarie per fronteggiare le spese necessarie per il superamento di detta emergenza e con strumenti agevolativi analoghi a quelli previsti per l’emergenza sisma“.
Tra le richieste, anche quella dell’estensione dell’area del cratere, in fase di conversione del decreto sisma, anche ai Comuni della fascia montana ad oggi esclusi, e l’estensione delle misure previste per i Comuni già inseriti nel cratere anche al Comune di Teramo, eliminando le limitazioni esistenti, oltre all’adozione da parte del Dipartimento di Protezione Civile, “di provvedimenti specifici per il superamento dell’emergenza”. Protezione civile alla quale i sindaci teramani chiedono anche “l’emanazione di specifiche ordinanze in cui sia prevista una assegnazione e conseguente ripartizione delle risorse finanziarie proporzionale ai danni subiti nell’intero territorio della Provincia di Teramo, quali risultanti dalla quantificazione ad oggi effettuata”.
Danni che fino ad oggi sono stimati in 437 milioni di euro: di questi 14 milioni e mezzo sono già stati impegnati in somma urgenza dai Comuni e oltre 13 dalla Provincia. Nel dettaglio sarebbe stati registrati danni a immobili pubblici per oltre 44 milioni di euro, ad immobili privati per oltre 180 milioni di euro, ad edifici di culto per quasi 36 milioni di euro, alle scuole per 23 milioni di euro, alle attività economiche danneggiate per oltre 55 milioni di euro. Il tutto per un totale di 339.228.914 euro ai quali si aggiungono i danni sulle strade comunali dissestate, per 77.062.102 euro e alle strade provinciali per 45 milioni di euro.
“Amara considerazione, dovremo spendere dieci volte di più di quanto hanno tolto in questi ultimi anni alla Provincia – ha commentato il presidente Renzo Di Sabatino illustrando la delibera all’assemblea – le risposte arrivate sino ad oggi sono state assolutamente insufficienti, è il momento di stare uniti è nulla è più forte della voce corale di tutti i sindaci. Se non riusciamo a dare subito una risposta ai cittadini e alle imprese il danno sarà incalcolabile; scuole, strade e infrastrutture servono per far riprendere la vita ad un territorio che è in ginocchio e che sta franando. Esiste una specificità innegabile, nei Comuni le ordinanze di sgombero per immobili inagibili sono salite a 2342, migliaia le persone sono senza casa e aumentano ogni giorno; in questo momento a Civitella stanno evacuando l’abitato nei pressi di Ponzano, circa 70 persone, con la chiusura di diversi tratti della provinciale otto”.
E se i sindaci, o almeno buona parte di essi, hanno chiesto una “forte e visibile mobilitazione”, il presidente Di Sabatino ha sottolineato la necessità di intraprendere un percorso istituzionale con l’aiuto della Regione e dei Parlamentari (invito raccolto dall’onorevole Giulio Sottanelli presente in assemblea insieme ai consiglieri regionali Sandro Mariani e Mauro Di Dalmazio, all’assessore regionale Dino Pepe, al componente dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, Giorgio D’Ignazio) senza escludere, come formalizzato anche nella delibera approvata, forme di “mobilitazione concordata”.