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False griffe nei mercati e nei negozi, sgominata a Pescara la banda della contraffazione /FOTO-VIDEO

False griffe nei mercati e nei negozi, sgominata a Pescara la banda della contraffazione /FOTO-VIDEO

PESCARA, 9 marzo – Prodotti griffati contraffatti, identici agli originali, in vendita a prezzi stracciati nei mercati, per strada e anche in alcuni negozi. Smantellata dalla Guardia di Finanza di Pescara un’organizzazione criminale di cui facevano parte italiani, senegalesi ed un marocchino, veri e propri imprenditori del falso. Il bilancio è di 41 persone denunciate, 15 sottoposte a misura cautelare e 65mila capi di abbigliamento, accessori ed etichette contraffatti sequestrati, per un valore di circa due milioni di euro.

L’OPERAZIONE E LE MISURE CAUTELARI

Le ordinanze di custodia cautelare – le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila e dalla Procura di Pescara – sono state eseguite stamani all’alba dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Pescara, che ha messo in campo oltre 80 uomini, per interventi nel capoluogo adriatico, a Montesilvano, a Bugnara, ad Orsogna, a Napoli, ad Acerra, a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) e a Porto Sant’Elpidio (Fermo). Il nome dato all’operazione è ‘Bazar’

CHI SONO GLI ‘IMPRENDITORI DELLA CONTRAFFAZIONE’

Dieci persone sono state arrestate (una in carcere e nove ai domiciliari) e due colpite da obbligo di dimora. Sono tuttora ricercati tre senegalesi, due dei quali non in regola sul territorio nazionale. Ad aver promosso, costituito e organizzato l’associazione sono Papa Ngom, Mbaye Diop e Daro Ndiaye, di 36, 39 e 36 anni, tutti e tre senegalesi residenti a Pescara; a loro si aggiunge uno dei ricercati, un senegalese clandestino dal 2006. Coinvolti anche due autisti di autobus sulla linea Salerno-Napoli-Pescara, che trasportavano i prodotti: G.M., 47 anni di Orsogna e F.D.P., 46, di Bugnara. Per la vendita è finito nei guai Ibra Fall, Senegalese di 30 anni residente a Montesilvano, che aveva anche il ruolo di ‘magazziniere’; tuttora ricercato un senegalese con gli stessi compiti. Ci sono poi coloro che si occupavano del rifornimento dei prodotti, i ‘grossisti’ del sodalizio, tutti napoletani: Giuseppe Enrichiello, 60 anni, Salvatore La Marra, 38 anni, Paolo Cimmelli, 35 anni, e Armando Cimmelli, 33 anni. Altri ‘grossisti’, che si occupavano del rifornimento delle etichette, sono Youssef Mouddhal, marocchino di 42 anni, Mario Russo, napoletano di 62 anni, ed un senegalese ancora ricercato. Sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione, ricettazione, contraffazione e commercio di prodotti con segni falsi.

DUE ANNI DI INDAGINI

Le indagini, andate avanti circa due anni, hanno preso il via dal monitoraggio di alcuni venditori ambulanti del mercatino etnico della stazione di Pescara, “vetrina” della merce contraffatta, “punto vendita” e “magazzino”, ha spiegato in conferenza stampa il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il colonnello Francesco Mora. Attività investigative tradizionali, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e localizzazioni satellitari hanno permesso di ricostruire l’intera catena logistica, organizzativa e strutturale della filiera illecita.

Due i “canali di approvvigionamento”, veri e propri “distretti industriali del falso”: il primo composto esclusivamente da soggetti campani, operanti su tutto il territorio nazionale attraverso la produzione e la distribuzione di merce contraffatta (capi di abbigliamento e scarpe riproducenti marchi di famose griffe); il secondo, costituito prevalentemente da senegalesi, dediti alla fabbricazione di etichette da applicare su capi di abbigliamento ed accessori, per il confezionamento di capi ‘griffati’ destinati ad alimentare il mercato del falso sull’intero litorale adriatico.

Il sodalizio criminale era strutturato secondo il modello organizzativo piramidale, con al vertice cittadini senegalesi e campani che si servivano di laboratori clandestini per la produzione non solo di capi e accessori moda ‘taroccati’, dei marchi più rinomati, tra cui Dolce&Gabbana, Gucci, Fendi, Liu-jo, Louis Vuitton, Burberry, Armani, Hogan e Prada, ma anche di etichette, indispensabili per confezionare e riprodurre capi contraffatti.

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