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Fiume Sangro e Lago di Barrea inquinati, gli ambientalisti: “Uno scempio” /FOTO GALLERY

Fiume Sangro e Lago di Barrea inquinati, gli ambientalisti: “Uno scempio” /FOTO GALLERY

PESCARA, 7 settembre 2017 – Una galleria di immagini e alcuni filmati, per denunciare lo stato delle acque del fiume Sangro e del lago di Barrea, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Uno stato che Forum H2o e Stazione ornitologica abruzzese definiscono, senza mezzi termini, “indecente”. Al riguardo la Soa ha presentato un dettagliato esposto alla Procura di Sulmona, mentre in un comunicato dai toni durissimi le due associazioni chiamano in causa Comuni, ente Parco, carabinieri forestali e prefettura dell’Aquila.

Questa la denuncia degli ambientalisti, che ricordano come già nel luglio scorso fosse stato presentato un esposto:

“Le immagini documentano lo scempio che sta avvenendo da mesi in un’area protetta di importanza mondiale. La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus lo scorso 25 luglio aveva depositato un primo esposto sugli scarichi nel lago di Barrea e sul fatto che in questo corpo idrico, pur non individuato dalla Regione Abruzzo quale area di balneazione, tantissime persone facevano il bagno regolarmente. Un lago non monitorato a norma di legge per scopi di prevenzione sanitaria a tutela dei bagnanti. Il primo agosto l’Arta aveva eseguito un controllo al depuratore di Barrea e al fosso sottostante. Entrambi presentavano forti criticità. Invece il controllo al depuratore di Civitella Alfedena era risultato conforme. Poichè i sindaci continuavano a non adottare le obbligatorie ordinanze previste dalla legge sulla balneazione, la Soa e il Forum H2o domenica 27 agosto hanno svolto un sopralluogo sia su diversi punti del Lago di Barrea sia a Pescasseroli sul Sangro, per il quale nel frattempo erano arrivate altre segnalazioni”.

Gli esponenti delle associazioni sottolineano:

“E’ stata un’esperienza traumatica pure per attivisti che da decenni sono abituati a vedere ogni tipo di nefandezze in tema di fiumi e di depurazione. Nel parco d’Abruzzo c’è una gravissima situazione sanitaria ed ambientale, la peggiore per quanto riguarda la depurazione a memoria degli attivisti, tenendo anche conto che Pescasseroli dovrebbe essere la Capitale della natura d’Italia”.

Soa e Forum H2o entrano nel dettaglio:

“Per quanto riguarda il lago di Barrea, in due fossi si avvertiva un tanfo nauseabondo, in particolare in quello di Barrea in cui scarica il depuratore e in minor misura in quello sottostante il depuratore di Civitella Alfedena. Tra l’altro a meno di 1chilometro dal fosso di Barrea vi è il ‘lido delle Gravare’, un’area attrezzata con lettini e ombrelloni dove domenica c’era il pienone con decine di persone in acqua, compresi molti bambini. Il tutto in un lago, come detto, non monitorato secondo le norme sanitarie vigenti e secondo le stringenti procedure di legge che sono applicate ai tratti costieri e al Lago di Scanno. Una situazione a dir poco raccapricciante è stata rilevata a Pescasseroli. Nel tratto urbano il fiume era completamente a secco. L’alveo si riempiva nuovamente di liquido marrone allo scarico del depuratore, appena fuori il centro abitato. Un intero fiume, per tutta la sua sezione, si presentava color marrone, con corpi solidi galleggianti che fluivano verso valle. Una melma che assumeva varie forme copriva tutto il fondo nascondendo alla vista i ciottoli. Un tanfo nauseabondo si avvertiva per decine se non centinaia di metri. Ad un tratto avveniva qualcosa di inconsueto. Siamo stati abituati a vedere le immagini di scarichi che riversano liquami in un fiume trasparente sporcando l’acqua. Qui avveniva il contrario, con un piccolo ruscello con acqua trasparente che si immetteva nel fiume marrone, facendo diventare ancor più stridente il contrasto”.

Gli ambientalisti mettono in evidenza anche i rischi di sanzioni:

“L’Italia rischia una nuova pesantissima condanna da milioni di euro, visto che la sentenza della Corte di Giustizia del 2014 sulla depurazione ha riguardato anche Pescasseroli, il cui sistema di depurazione copre una minima parte della popolazione. L’intervento dell’Europa non sembra aver sortito alcun effetto. Stiamo parlando di aree che sulla carta sono tra le più protette del mondo: Parco nazionale, Sito di interesse Comunitario, Zona di Protezione Speciale e addirittura sito Ramsar”.

Poi le due associazioni illustrano i contenuti dell’esposto:

“Nel nuovo esposto, a firma della Soa, inviato alla Procura di Sulmona e a decine di enti il 5 settembre sera, l’associazione ha diffidato tutte le istituzioni competenti, comprese quelle di vigilanza, ad emanare le ordinanze di divieto di balneazione e ad operare affinchè cessino immediatamente attività che provocano la grave alterazione dei corpi idrici. I ritardi nella realizzazione del nuovo depuratore di Pescasseroli non possono autorizzare a scaricare liquami in un fiume. A mero titolo di esempio, lo scarico di liquami può essere interrotto anche ricorrendo ad autobotti, come avvenne a Francavilla 2 anni fa”.

Nel mirino, sui ritardi nell’emanazione dei divieti, soprattutto i Comuni:

“Per quanto riguarda la balneazione, ieri abbiamo appreso che i tre comuni rivieraschi, Barrea, Villetta Barrea e Civitella Alfedena, il 4 e il 5 settembre, con gravissimo ritardo, a fine stagione turistica e solo dopo un ulteriore intervento della Asl, hanno emesso le ordinanze di divieto di balneazione nel lago. Barrea, il comune che ospita veri e propri lidi, si è comportato come un contado a sé stante: ha emesso un’ordinanza di divieto ma solo parziale, solo per il fosso e intorno a 200 metri da questo. Il tutto basandosi su propri ‘monitoraggi’ compiuti in tutta fretta e con un laboratorio privato, al di fuori delle procedure di legge che, come è a tutti noto, coinvolgono l’Arta in programmi di campionamento segnalati per tempo dalla Regione al Ministero della Salute prima dell’avvio della stagione balneare. Un provvedimento totalmente al di fuori del nostro ordinamento che deve essere immediatamente annullato dal prefetto di L’Aquila. Altrimenti il prossimo anno qualsiasi comune costiero si potrà fare in casa i propri monitoraggi per la balneazione. In ogni caso manderemo alla Corte dei Conti una segnalazione”.

Infine si invoca l’intervento della magistratura e si punta il dito contro i vari livelli istituzionali:

“Nell’esposto si chiede un intervento radicale da parte della Procura di Sulmona visto che appaiono evidenti numerose omissioni e inadempienze e che sussistono gravissimi fenomeni di inquinamento ambientale, anche di habitat protetti a livello comunitario per il quale è stato introdotto qualche anno fa uno specifico reato. Certo alcune domande vengono spontanee: dove sono l’Ente Parco e le sue Guardie? Dove sono i Carabinieri-Forestali del Cta del Parco? Perchè la Prefettura di L’Aquila ha tergiversato con i comuni nonostante precise segnalazioni? Come mai non sono intervenuti per impedire che tanti bambini e adulti si bagnassero in aree non balneabili dopo precise e circostanziate segnalazioni? Dove sono i provvedimenti di sequestro per impedire tali scempi in piena estate?”

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