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Hotel Rigopiano, familiari soddisfatti per nuovi indagati. Tanda: “Ora manca solo D’Alfonso”

Hotel Rigopiano, familiari soddisfatti per nuovi indagati. Tanda: “Ora manca solo D’Alfonso”

PESCARA, 23 novembre – Soddisfazione, speranza e anche un pizzico di emozione. Sono questi i sentimenti dei familiari delle vittime del disastro dell’Hotel Rigopiano, pochi minuti dopo avere appreso degli ultimi sviluppi dell’inchiesta. Subito è partito un tam tam di telefonate. Poi, senza perdere neanche un minuto, tutti in viaggio verso Pescara, dal Lazio, dalle Marche e dall’Umbria, per ritrovarsi tutti insieme davanti al Palazzo di Giustizia.

Gianluca Tanda, presidente del Comitato dei familiari delle vittime di Rigopiano, mentre è in viaggio per Pescara commenta:

“Siamo soddisfatti, perché nell’elenco degli indagati compaiono tutti i nomi che avevamo fatto, tranne uno, ovvero quello del presidente della Regione D’Alfonso. D’altronde viene da chiedersi perché il presidente della Provincia sì e quello della Regione no. Ci aspettavamo che fosse indagato l’ex prefetto e ora abbiamo anche capito perché l’hanno trasferito. Il giorno che andammo in prefettura, insieme agli altri familiari delle vittime, avemmo tutti l’impressione di una sua grande agitazione. Anche gli altri indagati erano tutti nomi che ci aspettavamo, a partire dagli ex sindaci De Vico e Giancaterino. La Regione è in parte responsabile. Manca solo il nome di D’Alfonso, forse dovremo aspettare. Mi sono sentito con gli altri familiari delle vittime e nel commentare l’accaduto non è mancata l’emozione. Siamo soddisfatti  perchè ci avevano promesso sviluppi entro l’anno e questo è successo. Non significa ancora nulla, ma è un segnale molto positivo”.

Alessio Feniello, padre del giovane Stefano, morto tra le macerie, affida ad un post su Facebook il suo pensiero:

“Dopo tutti questi mesi, finalmente la Procura di Pescara ha individuato i responsabili della morte di Stefano e delle altre 28 vittime. Fa piacere vedere che sono indagati personaggi che fin dall’inizio avevamo indicato come i colpevoli, uno tra tutti l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo La famiglia Feniello continuerà a combattere per avere giustizia”.

Soddisfatti anche gli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, che assistono gli indagati Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola; Enrico Colangeli, tecnico comunale; e il Comune di Farindola. Furono proprio loro a puntare il dito contro la Regione Abruzzo, in merito alle responsabilità per la mancata realizzazione della Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga (Clpv):

“Prendiamo atto con soddisfazione che il campo d’indagine sulle responsabilità per la tragedia sia stato esteso ai vertici della Regione Abruzzo. Siamo certi che questo contribuirà in maniera significativa alla scoperta della verità”.

Quindi l’avvocato Reboa, che insieme ai legali Roberta Verginelli, Maurizio Sangermano e Gabriele Germano, assiste il superstite Giampaolo Matrone e i familiari di Valentina Cicioni, Marco Tanda e Jessica Tinari:

“Massima soddisfazione per il fatto che la magistratura abbia fatto il suo lavoro e che ci sia la speranza di dare giustizia alle povere vittime. Quanto all’ampliarsi dell’inchiesta, immagino, perché devo ancora studiare gli atti, che la motivazione sia da ricercare nelle verifiche sulla tempestività dei soccorsi e sull’organizzazione dell’intero sistema di Protezione civile. Non sono sorpreso della notizia di oggi, avendo visto la serietà con cui sta operando la magistratura”.

AGGIORNAMENTO ORE 17.15

Intorno alle 16 di oggi pomeriggio sono arrivati a Pescara, da varie regioni del centro Italia, una ventina di familiari delle vittime e superstiti della tragedia. Si sono ritrovati davanti al Palazzo di Giustizia, “per condividere un momento di gioia ed esprimere vicinanza ai pm”.

Gianluca Tanda, Giampaolo Matrone e Alessio Feniello espongono idee e sentimenti del gruppo:

“I nostri ringraziamenti vanno alla Procura di Pescara, perché sta lavorando come volevamo, anche se mancano ancora all’appello alcune persone, a partire dal presidente della Regione Abruzzo”.

Particolarmente emozionato il superstite Giampaolo Matrone:

“Stavo facendo fisioterapia, quando ho ricevuto la notizia. Ho lasciato tutto e nel tragitto verso casa sono state solo lacrime. Oggi non potevo restare a casa, avevo il compleanno di mio nipote, ma dovevo venire qui per condividere questa gioia con gli altri. I ringraziamenti sono per la Procura, in parte ce lo aspettavamo, anche se tra gli indagati mancano sempre all’appello il presidente della Regione e la centralinista che rispose alle prime richieste d’aiuto. Ad ogni modo so per certo che non è finita qui”.

Matrone insiste sul governatore abruzzese:

“D’Alfonso deve stare tra gli indagati, poi se non c’entra niente si discolperà, ma deve essere indagato”.

Gianluca Tanda, a nome del Comitato familiari delle vittime, torna a ribadire:

“Sono circa otto mesi che diciamo le stesse cose, ovvero che i responsabili sono questi e i pm hanno lavorato in questa direzione. Siamo soddisfatti, magari ancora non del tutto, perché manca ancora qualche persona. Agli indagati chiediamo che parlino, che dicano tutta la verità. L’ex prefetto Provolo, durante il nostro ultimo incontro, ci disse che meritiamo la verità, quindi adesso ci dicano la verità. Da queste persone non abbiamo mai ricevuto le scuse e anzi c’è chi si è giustificato affermando di avere fatto anche di più di ciò che doveva fare”.

I familiari delle vittime hanno anche chiesto di incontrare il procuratore Serpi e il pm Papalia per esprimere personalmente la propria gratitudine, ma i magistrati hanno opposto un rifiuto alla richiesta di incontro, in ragione degli impegni lavorativi.

 

 

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