FARINDOLA, 21 febbraio – La valanga che il 18 gennaio scorso ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola, uccidendo 29 persone, “era scientificamente prevedibile” e “se solo la Regione si fosse dotata della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga, mai realizzata nonostante una legge del 1992 la imponesse, questo disastro non ci sarebbe stato”. E’ l’atto d’accusa dell’avvocato Cristiana Valentini, che fa parte di un pool di legali, tecnici ed altri esperti, incaricati dal Comune di Farindola di dare vita ad un’indagine difensiva a scopo preventivo.

Il team ingaggiato dal sindaco Ilario Lacchetta chiama dunque in causa la Regione, accusandola di gravi inadempienze. Gli esperti spiegano di avere raccolto ed esaminato una vasta mole di dati scientifici, e di avere analizzato un’ampia documentazione.

Lacchetta si è limitato a spiegare:

“Il nostro pensiero è ancora per le vittime. I risultati dell’indagine saranno consegnati alla Procura, per contribuire ad accertare la verità”.

Hanno parlato, invece, altri membri del pool, che oltre all’avvocato Cristiana Valentini comprende i legali Massimo Ranieri e Goffredo Tatozzi, il climatologo Massimiliano Fazzini, la guida alpina Maurizio Felici, il tecnico informatico Ettore Diodati e gli ingegneri Marco Cordeschi e Giorgio Morelli, quest’ultimo ex responsabile di Meteomont Abruzzo,.

Fazzini, climatologo dell’Università di Ferrara, in riferimento alle nevicate del 17 e 18 gennaio scorsi ha osservato:

“Non si può parlare statisticamente di un fatto eccezionale. Queste nevicate, con accumuli di due o tre metri ad una quota compresa tra i 1.200 e i 1.300 metri, non rappresentano un evento eccezionale, ma un accadimento ricorrente. Eventi simili sono stati registrati nel 2005, nel 2009, nel 2011 e nel 2015, dunque parlare di eccezionalità non deriva dai dati scientifici che abbiamo verificato”.