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Il Sappe attacca il sottosegretario Chiavaroli: “Scandalo nomine, il ministro congeli le sue deleghe”

Il Sappe attacca il sottosegretario Chiavaroli: “Scandalo nomine, il ministro congeli le sue deleghe”

PESCARA, 18 luglio 2017 – Il Sappe, il sindacato autonomo che rappresenta gli agenti di polizia penitenziaria, sferra un duro attacco contro la sottosegretaria alla Giustizia, Federica Chiavaroli, definendo “scandalosa” la nomina di Annamaria Raciti a direttore della Scuola di Sulmona e arrivando a chiedere “il congelamento delle deleghe”.

Questo l’atto d’accusa del segretario generale del Sappe, Donato Capece, affidato in una nota:

 “L’Amministrazione Penitenziaria ha nominato la responsabile della segreteria della senatrice Chiavaroli, Annamaria Raciti, direttore della Scuola di Sulmona, che rientra nel collegio elettorale della sottosegretaria. Una coincidenza troppo evidente”.

Capece, definendo tutto ciò “scandaloso”, chiede al ministro della Giustizia Orlando:

“Non solo di revocare l’incarico provvisorio affidato ad Annamaria Raciti, affidandolo invece a un funzionario del Corpo di Polizia Penitenziaria, ma di fare chiarezza su quanto avvenuto, congelando le deleghe attribuite alla Sottosegretaria Chiavaroli”.

L’esponente del Sappe spiega:

“Da giugno è in atto nella Scuola di Sulmona un corso di formazione per Agenti di Polizia Penitenziaria. Anziché affidare la direzione del corso a un appartenente alla carriera dei funzionari del Corpo, si è scelto di affidare l’incarico provvisorio alla Raciti, un impiegato civile dello Stato, un funzionario giuridico pedagogico, che nulla ha a che fare con il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma che casualmente è persona di fiducia della sottosegretaria Chiavaroli, abruzzese di nascita e di collegio elettorale”.

Capece contesta inoltre l’incarico affidato a un altro impiegato civile del Dap, Dario Aureli, nominato anch’egli provvisoriamente direttore della Scuola di Polizia di Parma. Parlando di “ennesimo conflitto di interessi nell’Amministrazione Penitenziari”, lancia una proposta provocatoria:

“Vedo con favore la possibilità di incardinare una Direzione Generale del Corpo di Polizia Penitenziaria presso il ministero dell’Interno, così come oggi è già in essere per i Vigili del Fuoco. Una riorganizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, in questo senso, può essere più funzionale al sistema della sicurezza del Paese, partendo dalla necessità di avere un Capo del nostro Corpo che indossi la nostra stessa divisa, ferma restando la necessità di un urgente incontro-confronto con il Governo nel merito della questione”.

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