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Inchiesta Parco Lavino, D’Incecco interrogato per oltre tre ore. Il legale: “Chiarita sua posizione”

Inchiesta Parco Lavino, D’Incecco interrogato per oltre tre ore. Il legale: “Chiarita sua posizione”

PESCARA, 23 maggio – Nuova tappa dell’inchiesta sull’appalto da 3,5 milioni di euro per la realizzazione del Parco sul fiume Lavino a Lettomanoppello, nell’ambito della quale sono indagate altre otto persone, compresi i presidenti della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Questa mattina è stato interrogato Paolo D’Incecco, ex dirigente ai Lavori pubblici della Provincia, che ha risposto alle domande dei magistrati, producendo materiale documentale che i suoi legali considerano utile ai fini dell’indagine.

L’interrogatorio di D’Incecco, davanti al gip Gianluca Sarandrea e al pm Anna Rita Mantini, è durato circa tre ore e mezza. Il pubblico ministero aveva chiesto per D’Incecco l’interdizione temporanea dai pubblici uffici, e per un altro indagato, l’architetto Gianluca Marcantonio, l’interdizione temporanea dalla professione. Spetterà ora al gip Sarandrea decidere se accogliere le richieste di applicazione delle misure interdittive.

Il legale di D’Incecco, Marco Spagnuolo, riferisce:

“L’ingegnere ha risposto e adesso occorrerà attendere i tempi della valutazione da parte del gip. Rispetto alle contestazioni, D’Incecco ha fornito una ricostruzione chiara, di sostanziale estraneità rispetto alle ipotesi di reato contestate, che riteniamo francamente non essere sussistenti. Il tema, in questa fase, è più che altro collegato alla necessità di chiarire quale fosse la posizione, la funzione e il ruolo svolto dall’ingegnere D’Incecco. Crediamo che D’Incecco lo abbia fatto con una certa puntualità e professionalità, e con ampia disponibilità nel rispondere alle domande”.

L’ipotesi accusatoria è che l’appalto, inserito tra i 77 progetti del Masterplan e ancora alle battute iniziali, sia stato oggetto di una vera e propria spartizione. Gli altri indagati, insieme a D’Incecco e Marcantonio, sono il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, l’ingegnere Tino Di Pietrantonio, l’architetto ed ex assessore provinciale Enrico Di Paolo, Fabio Ferrante, collaboratore di D’Alfonso nell’ufficio di presidenza della Regione e consigliere comunale del Pd a Lettomanoppello, e due collaboratori di Marcantonio, il geologo Giovanni Ciccone e l’architetto Mauro Zaccagnini.

Tutti gli indagati, tranne Di Marco, Ciccone e Zaccagnini, sono accusati di atti propedeutici alla turbativa d’asta. Di Marco è accusato di corruzione e falso ideologico in atto pubblico. Accusati di corruzione anche D’Incecco, Marcantonio, Di Paolo, Di Pietrantonio, Ciccone e Zaccagnini.

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