Italiani terzi in Europa per numero di emigrati in altri paesi dell’Unione

PESCARA, 26 giugno – Oramai si sa: da molti anni il nostro Paese, e l’Abruzzo certo non è da meno, sta vivendo un periodo storico caratterizzato da un fenomeno migratorio piuttosto forte che riguarda soprattutto i giovani, i quali vanno a cercare lavoro e fortuna all’estero. In particolare, questa situazione ha portato col tempo ad un risultato certificato dai dati: gli italiani sono attualmente il terzo gruppo per numero di emigrati in altri paesi dell’Unione Europea. Una situazione, questa, certo non positiva per l’economia italiana, vista la grave perdita che comporta per le nostre aziende dovuta alla cosiddetta “fuga dei cervelli”. È un fenomeno, dunque, che richiede di essere approfondito.

In un anno ben 128 mila emigrati italiani

Nel 2018, sono stati ben 128 mila gli italiani che hanno deciso di lasciare la propria casa per abbracciare uno degli altri paesi facenti parte della zona UE e non solo. Molti di questi, come detto, sono giovani che abbandonano i nostri confini con lo scopo di trovare un lavoro. Stando al recente report della Fondazione Migrantes, dunque, la mobilità extra-confine è diventata una caratteristica propria dell’Italia e delle ultime generazioni. Non si parla infatti di un problema che riguarda solo il presente, ma anche il futuro: se da un lato emigrano sempre più cervelli (quindi laureati in cerca di un’assunzione), dall’altro anche i giovanissimi iniziano a lasciare la Penisola. Lo sostiene ancora una volta la Fondazione Migrantes, che parla di circa 24 mila emigrati minorenni nel 2018.

Il saldo negativo quindi di giovani lavoratori che hanno lasciato l’Italia in cerca di fortuna altrove sembra essere impietoso arrivando, negli ultimi dieci anni, a 492 mila unità, facendoci quindi diventare il terzo gruppo di cittadini europei che sceglie di vivere in un altro paese UE, principalmente in Germania, Regno Unito e Spagna. Chiaramente, questo non può che finire col rappresentare un peso incredibile per le imprese nostrane, considerando soprattutto l’impoverimento in termini di competenze dei lavoratori che restano in Italia.

Trasferirsi all’estero: a cosa stare attenti?

Innanzitutto bisogna fare attenzione al trasferimento, perché si tratta di una fase molto delicata. Essendo un passo importante, è sempre meglio affidare la questione a una società specializzata nei traslochi internazionali, per avere la certezza che tutto venga fatto correttamente. Per quanto riguarda invece la fase precedente al vero e proprio trasferimento, innanzitutto è necessario informarsi sulla nuova destinazione, anche per trovare un quartiere idoneo per i propri obiettivi. Quindi è importante iniziare a cercare casa dall’Italia, per poi visitare le varie opzioni di persona. Un altro consiglio è quello di partire avendo già una buona base linguistica, studiando almeno in parte la lingua di quel paese, o comunque potendo contare su una sufficiente conoscenza dell’inglese. In seguito sarà il caso di cercare un lavoro, anche se sarebbe meglio partire potendo già contare su alcune certezze a tal proposito.

Un ultimo suggerimento: andare all’estero significa sapere che ci saranno dei momenti di scoramento, che vanno affrontati sempre con positività.

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