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Montesilvano, Amnesty International al Comune: “Aiutate i senegalesi a trovare casa”

Montesilvano, Amnesty International al Comune: “Aiutate i senegalesi a trovare casa”

MONTESILVANO, 27 luglio – “Un alloggio adeguato è un diritto umano riconosciuto dal diritto internazionale”: lo afferma Amnesty International che interviene sulla vicenda dello sgombero del cosiddetto ‘ghetto’ di via Ariosto a Montesilvano, chiedendo “all’amministrazione comunale e alle autorità locali di contrastare ogni forma di discriminazione e di campagna di criminalizzazione contro la comunità senegalese, e di favorire attivamente le persone sgomberate nella ricerca di un alloggio alternativo, al quale chiedono di accedere senza condizioni di favore”.

Ricordando i numeri dello sgombero, Amnesty sottolinea che “la maggior parte delle persone sgomberate ha trovato una sistemazione in case di amici e familiari mentre 42 di loro sono rimasti a dormire sulla spiaggia antistante le palazzine. Sul territorio sono state organizzate manifestazioni per contrastare il ‘Bivacco’ dei senegalesi, e in seguito alle lamentele di diversi albergatori, il sindaco ha deciso di affittare stanze di hotel fino al 3 luglio per 19 persone”.

“I possibili locatori – sottolinea Amnesty International – nel momento in cui prendono conoscenza della provenienza da “Via Ariosto” dei richiedenti, rifiutano di locare immobili, e molte persone sono attualmente in strada e dormono in spiaggia”.

Nello stesso giorno in cui Amnesty interviene sulla vicenda, il comitato #riprendiamociMontesilvano annuncia una manifestazione che si svolgerà venerdì 4 agosto, dalle ore 9, davanti alla prefettura di Pescara.

L’iniziativa, spiegano i promotori, è organizzata “in considerazione del procrastinarsi dello stato di degrado insistente sul litorale cittadino e delle recenti dichiarazioni di associazioni di categoria e Confindustria sulla negativa presenza dei migranti in città”.

“Gli sforzi compiuti dall’amministrazione Maragno e dalle forze dell’ordine – dicono – sono stati, dal 30 maggio ad oggi, estremamente intensi ma non sufficienti a garantire un duraturo contenimento dello spaccio e dei bivacchi”.

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