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Multe alla ‘Cisterna di Bolognano’, insorgono gli ambientalisti: “Fiumi non balneabili”

Multe alla ‘Cisterna di Bolognano’, insorgono gli ambientalisti: “Fiumi non balneabili”

PESCARA, 29 giugno –  Non si placano le polemiche per le 68 multe da 300 euro elevate domenica ad altrettanti turisti per deterioramento degli habitat naturali delle Gole dell’Orta e della ‘Cisterna’ a Bolognano e del torrente Cusano, tra i Comuni di Roccamorice ed Abbateggio, luoghi tutelati a livello regionale, nazionale ed europeo. Sulla vicenda intervengono gli ambientalisti, che criticano le parole degli amministratori locali, colpevoli di dare “informazioni fuorvianti”, e sottolineano come “nessun fiume è attualmente aperto alla balneazione in Abruzzo”.

“In relazione alle questioni emerse dopo le multe comminate dai Carabinieri-Forestali per ragioni connesse alla tutela della biodiversità, pure esistenti, riteniamo incredibile che nessuno abbia evidenziato l’aspetto sanitario e, cioè, che quelle acque di cui si parla non sono aperte alla balneazione per legge. Nessun fiume è attualmente aperto alla balneazione in Abruzzo. Rispetto alle acque interne solo il Lago di Scanno è ufficialmente balneabile”, dice il Forum H2o.

Nel sottolineare che “le norme sulla balneazione sono quelle che si applicano per il mare e discendono dalla Direttiva Comunitaria 7/2006/CE”, il Forum definisce “incredibile” la “superficialità di amministratori e politici che ‘cascano dal pero’ dando informazioni fuorvianti”.

“Per aprire un fiume alla balneazione – sottolinea il Forum – si deve individuare espressamente il tratto, descriverlo, identificare il punto di prelievo e provvedere al monitoraggio periodico da parte dell’Arta. Poi bisogna fare la classificazione e l’informazione al pubblico. L’unica differenza con il mare è relativa ai parametri di legge per Escherichia coli e Enterococchi. La questione della balneazione incontrollata alla cisterna di Bolognano è nota da decenni. Tra l’altro la Cisterna non è in un posto isolato. Il corso d’acqua che la forma a monte ha diversi nuclei abitati. Pertanto ci sono potenziali fonti di inquinamento. E’ da quarto mondo proporre la ‘questione turistica’ senza neanche rilevare quali leggi comunitarie bisogna far rispettare”.

Sulla vicenda interviene anche il Wwf Chieti-Pescara che definisce “veramente paradossale ed estremamente preoccupante l’intervento di diversi amministratori locali. È stato commesso un reato ed è stato perseguito dai tutori dell’ordine. La politica, come troppo spesso avviene in Italia, sta cercando assurdamente di ribaltare la realtà dei fatti ponendo sotto accusa chi è intervenuto per far rispettare la legge e non chi l’ha violata”.

“Non è concepibile – dice il Wwf – che si giustifichino comportamenti irrispettosi anche a fronte dei tantissimi che frequentano piacevolmente le aree protette rispettandone le regole consapevoli di stare godendo di quello che è un bene comune, che nessuno può usare danneggiandolo. Si è arrivati, in questi giorni di vero delirio, a promuovere persino l’ipotesi di disobbedienza civile, proposta anche da chi è stato personalmente sanzionato domenica scorsa. Una vera e propria istigazione a delinquere”.

Nell’esprimere “piena solidarietà ai Carabinieri forestali, messi assurdamente sotto accusa”, il delegato regionale del Wwf, Luciano Di Tizio, definisce “inqualificabile l’atteggiamento di alcuni amministratori abruzzesi, che la dice lunga sui rischi che correrà la natura protetta in Italia con la riforma delle legge quadro sulla aree protette 394/1991, semmai malauguratamente approvata in forma definitiva dal Senato nella attuale versione che consegna la gestione dei Parchi in mano a piccoli interessi locali”.

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