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“Multopoli” a Roseto, al via il processo. Il Comune non si costituisce parte civile

“Multopoli” a Roseto, al via il processo. Il Comune non si costituisce parte civile

TERAMO, 07 febbraio – Nel processo per falso ideologico che vede imputato il comandante della polizia municipale di Roseto Tarcisio Cava e che si è aperto questa mattina a Teramo, davanti al giudice Franco Tetto, il Comune non ci sarà. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di non costituirsi parte civile, come hanno  fatto invece una decina di multati tutti rappresentati dall’avvocato Daniele Di Furia.

“Abbiamo ritenuto di non costituirci sia perché sulla vicenda c’è già un procedimento della Corte dei Conti – ha detto il sindaco di Roseto Sabatino Di Girolamo – sia perché nel caso in cui venga riconosciuta la responsabilità del comandante il Comune potrà ricorrere ad altri strumenti per tutelarsi”.

Una presa di posizione destinata sicuramente a sollevare polemiche in consiglio comunale, visto che le opposizioni appena qualche giorno fa avevano presentato un’apposita interrogazione sulla vicenda.

Questa mattina, intanto, la prima udienza del processo ha visto l’ammissione dei mezzi di prova e il rinvio alla successiva udienza di giugno quando saranno ascoltati i testi di accusa e difesa.

Cava è finito davanti ai giudici con l’accusa, come si legge nel capo di imputazione, di aver attestato “falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione, adducendo di essersi trovato ‘a bordo del proprio veicolo, nell’opposta direzione di marcia’, mentre invece risultava che il prevenuto, in violazione delle norme di prevenzione e sicurezza stradale, aveva parcheggiato il proprio veicolo nei pressi di intersezioni stradali regolate da impianto semaforico sincronizzato e si era limitato a rilevare le targhe delle autovetture che, asseritamente, commettevano violazioni al codice della strada”.

E questo, secondo la Procura, come si legge ancora nel capo di imputazione, “omettendo di procedere all’immediata contestazione, pur potendo procedere al fermo del veicolo che circolava con direzione di marcia opposta rispetto alla propria autovettura”, con i relativi verbali inviati solo successivamente a casa degli automobilisti interessati.

Sotto accusa decine e decine di verbali redatti tra ottobre e dicembre 2013 e relativi ad infrazioni rilevate al semaforo di piazza Ungheria e a quello lungo la statale 150, all’altezza di Campo a mare, molti dei quali annullati dal giudice di pace.

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