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Pescara, prostituzione low cost nei centri massaggi cinesi: la polizia ne chiude 5 /VIDEO-FOTO

Pescara, prostituzione low cost nei centri massaggi cinesi: la polizia ne chiude 5 /VIDEO-FOTO

PESCARA, 6 ottobre – La Squadra Mobile di Pescara ha denunciato tre cittadine cinesi accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e ha sequestrato cinque centri massaggi di Pescara, Montesilvano e Città Sant’Angelo in cui in realtà si praticava la prostituzione. Decine di clienti, sono stati ascoltati come testimoni. Ricostruito un giro d’affari di almeno 50.000 euro al mese. Come copertura usavano dei centri massaggi dove in realtà venivano praticate prestazioni sessuali a pagamento.

Per trovare i clienti pubblicavano annunci on line o sui giornali locali, usando immagini di avvenenti ragazze seminude che offrivano “massaggi”.

E’ il giro di sfruttamento della prostituzione scoperto dalla Squadra Mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, al termine di un’indagine durata sei mesi.

Il gip del Tribunale di Pescara (Elio Bongrazio) su richiesta del Pubblico Ministero che ha diretto le indagini (Paolo Pompa), ha emesso un decreto di sequestro preventivo di cinque centri massaggi: due a Pescara, due a Montesilvano e uno a Città Sant’Angelo.

Un’indagine fatta di appostamenti, intercettazioni telefoniche e testimonianze dei numerosi clienti che frequentavano i centri, che ha evidenziato ancora una volta come il mercato del sesso “low cost” sia in mano ai cinesi.

Erano le tre donne denunciate a tenere i contatti con i clienti e a gestire i ricchi incassi delle prostitute che giorno e notte lavoravano nei centri.

Ulteriori particolari nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 odierne presso la Sala Conferenze della Questura di Pescara.

AGGIORNAMENTO – I cinque centri sono in via Andrea Doria e viale Bovio a Pescara, in corso Umberto e via Vomano a Montesilvano e in via Matrino a Città Sant’Angelo. Le tre donne cinesi denunciate sono una 47enne residente a Montesilvano, una 48enne residente a Pescara ed una 62enne residente sempre nel capoluogo adriatico. Due delle tre donne, oltre a tenere i contatti con i clienti e a gestire gli incassi, si prostituivano.

Le tariffe delle prestazioni (un massaggio comprendente la prestazione sessuale) oscillavano tra i 40 e i 50 euro. Il giro d’affari di ogni centro massaggi era di 10mila euro al mese. Tutti e cinque i centri erano aperti da almeno un paio di anni.

L’indagine ha preso il via da una precedente attività, che aveva portato al sequestro di un centro a Pescara. In particolare, è stata accertata all’interno dei centri la presenza di sei ragazze, anche se gli investigatori ritengono che il numero sia piu’ elevato poiché c’era una continua attività di ricambio delle ragazze, così da creare sempre nuova offerta, come ha spiegato in conferenza stampa Muriana. Anche due delle tre denunciate si prostituivano.

Le giovani, che non parlano italiano, avevano un regolare contratto di lavoro da massaggiatrici e lavoravano in condizioni igieniche estremamente precarie. Oltre al reato dello sfruttamento della prostituzione, dunque, i rischi per la salute dei clienti.

Dalle indagini, è emerso che i centri venivano gestiti in maniera imprenditoriale e, spesso, c’era il ricambio anche nella compagine societaria. Le tre denunciate probabilmente sono dei prestanome e, quindi, gli investigatori dovranno appurare qual è la regia che c’è dietro e dove andavano a finire gli incassi. Da verificare anche l’eventuale esistenza di un’organizzazione piu’ grande e se ci sia un legame tra i centri. Questi aspetti saranno valutati e approfonditi nella seconda parte dell’indagine. Durante perquisizioni eseguiti stamani sono stati trovati altri elementi utili all’attività investigativa.

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