Pescara, rifiuti bruciati in pineta a Colle Orlando: tre denunce e area sotto sequestro

PESCARA, 9 settembre – Tre persone sono state denunciate e un’area di 500 metri quadrati è stata posta sotto sequestro, dai militari del Nipaaf del Gruppo Carabinieri Forestali di Pescara, in esecuzione del decreto emesso dal Gip Antonella Di Carlo. L’area sequestrata si trova a Pescara, in località “Colle Orlando” di Pescara e le persone denunciate sono due imprenditori, titolari dell’area e un loro dipendente. I tre sono residenti fuori città e sono accusati di abbandono e abbruciamento di rifiuti con conseguente incendio boschivo.
Sulla base di quanto ricostruito dagli investigatori i tre denunciati, utilizzando il sedime di una villetta ancora in costruzione, di proprietà di una ditta romana, realizzata proprio nella pineta di Colle Orlando, avevano accumulato rifiuti di vario genere, anche pericolosi, presumibilmente derivanti da lavori edili e da sgombero di cantine, tra cui pannelli isolanti in lana di vetro o cartongesso.
L’indagine è iniziata nella primavera scorsa, su segnalazione di alcuni abitanti del posto, che denunciavano la presenza di una discarica con fuochi accesi nella pineta. I successivi approfondimenti hanno permesso di scoprire una sistematica attività di trasporto con furgoni e abbandono di rifiuti e il loro costante abbruciamento in un contenitore di acciaio, trovato pieno di cenere e di residui bruciacchiati di materie plastiche, posto nello stesso giardino della villetta non ancora terminata e pericolosamente a contatto con la vegetazione della pineta circostante.
In un caso gli stessi Forestali, in servizio nel mese di giugno all’ultimo piano della Procura di Pescara, hanno avvistato un pennacchio di fumo provenire proprio da quel terreno, ben visibile in linea d’aria ed hanno dato l’allarme ai Vigili del Fuoco di Pescara, prontamente intervenuti, scongiurando il pericolo di incendio. Pericolo piuttosto concreto, visto che le scintille erano saltate dal braciere e stavano innescando un altro incendio della pineta, dopo quello dell’anno scorso, avvenuto nelle vicinanze.
I responsabili degli illeciti, puniti dal Decreto Ambientale del 2006 e dal codice penale, ora rischiano delle condanne complessive fino a tredici anni e mezzo di carcere e un’ammenda fino a 26.000 euro, qualora fosse confermata la presenza di rifiuti pericolosi.