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Pineto, il Wwf contro presunti manufatti non autorizzati nell’area protetta del Cerrano

Pineto, il Wwf contro presunti manufatti non autorizzati nell’area protetta del Cerrano

PINETO, 18 novembre – Manufatti non autorizzati nell’area protetta della Torre di Cerrano? A lanciare l’allarme è il Wwf Teramo, che denuncia come negli ultimi giorni abbia riscontrato la realizzazione nell’area di tre nuovi manufatti sorti nelle aree date in concessione per due alaggi nel Comune di Pineto e come, nei pressi di queste stesse costruzioni siano presenti alcune imbarcazioni impropriamente posizionate o abbandonate sul cordone dunale.

“Dalle informazioni raccolte non sembra che questi interventi, che ricadono in un’area tutelata sia da leggi nazionali che da direttive comunitarie, non siano stati autorizzati dal Parco marino, nonostante qualsiasi opera ricadente all’interno del perimetro dell’Area Marina Protetta dovrebbe avere il parere del soggetto gestore, “tenuto conto delle caratteristiche dell’ambiente oggetto della protezione e delle finalità istitutive”  – scrive l’associazione – Se gli interventi non sono stati autorizzati, vanno immediatamente rimossi, insieme alle imbarcazioni posizionate sulla fascia dunale. Se al contrario sono stati autorizzati, va chiarito come ciò sia stato possibile, posto che appare inaccettabile che un contesto paesaggistico di elevato valore ambientale rischi di essere alterato.”

Al riguardo il Wwf ricorda come le aree dunali rivestano un importantissimo ruolo di fascia-cuscinetto contro l’erosione costiera, rappresentando un habitat prezioso incluso nella specifica Direttiva europea Natura2000 che tende a garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat più preziosi e minacciati nel continente europeo.

“Il Wwf Teramo sollecita un maggior controllo da parte degli organi a ciò preposti  affinché si evitino situazioni del genere – conclude l’associazione –  Siamo consapevoli della necessità di consentire l’alaggio alle imbarcazioni, ma chiediamo che interventi di questo tipo siano pianificati e soprattutto siano condotti in modo da garantire la massima tutela dell’area. Suggeriamo agli enti competenti di aprire un confronto con tutti i portatori di interesse, a partire dalle associazioni ambientaliste e le associazioni concessionarie degli alaggi, per trovare una corretta soluzione al problema e l’individuazione di misure e aree idonee per questo tipo di attività”.

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