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Scuole, dal primo settembre boom di pensionamenti in provincia di Teramo

Scuole, dal primo settembre boom di pensionamenti in provincia di Teramo

TERAMO, 18 giugno – Dal primo settembre in provincia di Teramo andranno in pensione ben 226 lavoratori della scuola. Ad annunciare quella che si profila come una vera e propria emorragia di personale è la Flc Cgil, che nei giorni scorsi ha avuto un incontro con Inps e ministero dell’Istruzione per fare il punto proprio sulle domande di pensionamento previste per il prossimo anno scolastico.

Le 226 domande accolte in provincia di Teramo, in particolare, sono così suddivise: 178 per quanto riguarda i docenti (di cui 31 della scuola dell’infanzia, 64 della primaria, 37 delle medie  e 46 delle superiori); 45 per il personale Ata e 3 per i dirigenti scolastici.  “Tra le posizioni per le quali è stato certificato il diritto alla pensione, solo il 37,61% ha la certezza del pagamento corretto a settembre – si legge in una nota del sindacato –  Questo perché purtroppo le scuole sono costrette a utilizzare il sistema passweb. L’imposizione di questo applicativo implica lavoro non concordato con le istituzioni scolastiche e l’assunzione di responsabilità da parte delle segreterie nell’inserimento di dati, necessari all’istituto ai fini della certificazione del diritto, quando essi dovrebbero essere acquisiti dall’istituto tramite un dialogo diretto con le piattaforme dati a disposizione del ministero dell’Istruzione”.

In ogni caso i pensionamenti libereranno posti che saranno utilizzati sia per i trasferimenti che per le immissione in ruolo. “Purtroppo molte sono le classi di concorso scoperte per mancanza di graduatorie sia concorsuali sia ad esaurimento – continua la Flc Cgil –  e dunque ci saranno ancora tanti supplenti che parteciperanno al balletto delle nomine e non potranno consentire un organico stabile, presupposto indispensabile per la continuità didattica. Del resto il continuo rinvio dei concorsi e le scelte parlamentari fatte sul tema delle abilitazioni riservate non a garantiranno agli studenti, al rientro il primo settembre, la presenza di tutti i docenti che dovrebbero esserci.
Inoltre, le misure di distanziamento comporteranno problemi all’organizzazione scolastica e probabile riduzione del tempo scuola. Abbiamo bisogno, invece, di un sistema ordinario di reclutamento e di risorse significative per garantire agli studenti e alle studentesse una scuola di qualità. La drammatica e dolorosa esperienza della pandemia ci ha insegnato che vanno fatti interventi sostanziali sulla scuola, settore pubblico fondamentale per il nostro Paese che, al pari di altri diritti sociali, come ad esempio quello alla salute, garantisce il diritto costituzionalmente all’istruzione, pilastro indispensabile della nostra democrazia e della crescita civile”.

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