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Scuole e terremoto: pronto il decreto per salvare l’anno scolastico in Abruzzo

Scuole e terremoto: pronto il decreto per salvare l’anno scolastico in Abruzzo

TERAMO, 26 gennaio – Le continue scosse di terremoto, alle quali si è aggiunto nelle ultime due settimane anche il maltempo, hanno inciso in maniera drammatica sulla continuità didattica degli studenti abruzzesi. Con scuole aperte a singhiozzo, ed alcune chiuse “sine die” dopo le ultime dichiarazioni della commissione Grandi Rischi, il rischio di perdere l’anno scolastico era più che mai concreto. Un rischio che dovrebbe essere scongiurato dal prossimo decreto sul terremoto, che dovrebbe contenere la deroga alla durata minima di 200 giorni di lezione per la validità dell’anno scolastico e alla frequenza per almeno tre quarti dell’orario annuale per essere ammessi agli esami.

Ad annunciarlo la senatrice Stefania Pezzopane, che sottolinea come la ministra dell’istruzione Fedeli abbia risposto tempestivamente alla richiesta avanzata al Senato:

“Nel prossimo decreto sul terremoto saranno contenute le norme necessarie per evitare penalizzazioni agli alunni e agli studenti delle località terremotate, ovvero la deroga alla durata minima di 200 giorni di lezione per la validità dell’anno scolastico e alla frequenza per almeno tre quarti dell’orario annuale per essere ammessi agli esami. E’ un primo, importante intervento al quale dovranno seguire altri provvedimenti per la sicurezza nelle scuole, una priorità assoluta”.

Per la Pezzopane in questo momento è prioritario procedere, con la Protezione civile e le autorità locali, alla messa a punto di un piano di verifiche dei danni sugli edifici scolastici che insistono nel cratere sismico e nelle aree ad alto rischio.

“In secondo luogo, a seguito del comunicato della commissione Grandi Rischi, la soglia di sicurezza alla quale bisogna puntare per le scuole è relativa all’eventualità di un sisma di magnitudo 7. In terzo luogo, per gli edifici senza agibilità o a rischio è doveroso trovare soluzioni alternative. Le priorità sono due, garantire la massima sicurezza degli edifici in cui si svolgono le lezioni e la concreta possibilità di andare a scuola. Su questo sto lavorando”.

Una questione quella della sicurezza delle scuole di cui si è discusso questa mattina anche in una riunione, a Teramo,  tra Comune, Provincia, Ufficio scolastico regionale e i dirigenti dell scuole primarie e secondarie.  Riunione alla quale ha partecipato anche un’ispettrice del Ministero e nella quale è stato fatto il punto  sullo stato delle strutture scolastiche e sull’agenda della riapertura delle scuole.

Nel corso dell’incontro il sindaco Maurizio Brucchi ha  ribadito come gli istituti scolastici, a Teramo, saranno riaperti solo al termine delle verifiche della Protezione Civile, aggiungendo nel pomeriggio che resteranno chiuse sicuramente anche nei primi giorni dalla prossima settimana, e che per le primarie inagibili ha già fatto richiesta di Musp, moduli prefabbricati, quali sedi alternative. Una richiesta contenuta in una lettera che il primo cittadino ha inviato al ministro Fedeli, al commissario per la ricostruzione Errani e al capo dipartimento della Protezione civile Curcio, in cui sottolineava come dal sisma di agosto ad oggi le scosse abbiano determinato l’inagibilità di cinque  scuole: due elementari, una media  e due materne,  per un totale di circa 1.180 scolari su una popolazione studentesca complessiva di circa 11.000 unità. In particolare, le verifiche effettuate fino ad oggi dopo le ultime scosse della scorsa settimana hanno dato come esito latotale inagibilità per la la Risorgimento e  la parziale inagibilità per la De Iacobis.

Diversa la situazione negli istituti superiori, dove da ieri sono in corso i sopralluoghi della Protezione civile: quelle controllate fino ad ora, il Forti, il Pascal e la succursale del Comi che ospita lo scientifico, sono tutte classificate in A  mentre oggi i tecnici stanno effettuando sopralluoghi all’Iti, all’Ipsia, al Liceo Scientifico e all’Artistico. Nel frattempo sono stati disposti i lavori di sistemazione laddove necessari.

“Se non ho scuole dichiarate inagibili dalla Protezione Civile non posso ottenere dei moduli prefabbricati, inoltre, gli istituti, hanno mediamente lo stesso grado di vulnerabilità e quindi dovrei chiedere i Musp per tutti e parliamo di migliaia di studenti – ha commentato il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino – Impensabile. Ci vorranno tre o quattro mesi per completare le certificazioni di vulnerabilità per ciascun edificio sprovvisto. Con quello potremo stilare il piano degli investimenti sulla base di una priorità stabilita con criteri oggettivi. Esiste, innegabile, il problema delle scelte da fare nell’immediato, delle responsabilità da assumersi considerate le allerte che si susseguono. Per ora stiamo dentro un protocollo definito, quello della Protezione Civile, stiamo tutti agendo sotto il peso di numerose emergenze e credo che le decisioni vadano assunte insieme a tutte le altre istituzioni che stanno operando in questa filiera. Quello che dobbiamo fare è accelerare i processi rispetto agli scenari”.

Domani la situazione delle scuole sarà al centro di un vertice con la Regione che si terrà al Parco della Scienza.

Intanto il governatore Luciano D’Alfonso ha invitato i sindaci abruzzesi a fornire alla Regione un quadro della situazione degli edifici scolastici relativamente alla loro vulnerabilità nel caso di un evento sismico. Invito rivolto nel corso di una riunione che si è svolta questa mattina a L’Aquila, a Palazzo Silone,  e alla quale hanno partecipato anche il vice presidente della giunta regionale, Giovanni Lolli, i prefetti dell’Aquila, Giuseppe Linardi e di Teramo, Graziella Patrizi, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, l’assessore Silvio Paolucci, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis.

Nel corso dell’incontro D’Alfonso ha sottolineato che appena sarà completata l’anagrafe degli edifici scolastici che a parere dei sindaci dovranno essere oggetto di ulteriori verifiche di sicurezza, si procederà ad avviare una scrupolosa verifica mettendo in campo squadre di tecnici qualificati. Squadre che saranno composte ricorrendo a professionalità sia locali che nazionali.

“In proposito – ha detto D’Alfonso –  chiederemo il coinvolgimento di Palazzo Chigi e della Protezione Civile”.

Le nuove verifiche saranno utili, secondo la Regione, per determinare il livello esatto di resistenza sismica di ciascun edificio attraverso test e prove di carico  che saranno strettamente legate a dati e numeri. I fondi da utilizzare per la verifica saranno resi disponibili grazie ad un mutuo che la Regione si accinge a stipulare.

 

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