Segnali di pace in Regione, il Pd tende la mano ai ribelli
PESCARA, 21 novembre – “Ritengo importante che il Partito Democratico confermi la coesione di sempre, evitando di prestare il fianco a problemi interni, ma rinvigorendo l’azione di riforma di cui tutti siamo promotori, dando pieno ruolo ai propri protagonisti”. Tutti i segnali portavano a pensare che la minaccia di far saltare D’Alfonso e la Giunta, messa in atto dagli assessori regionali Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, e dal presidente della commissione Sanità, Mario Olivieri, era destinata a rimanere tale e a conferma di ciò arrivano le parole del segretario regionale del Pd, Marco Rapino, al termine della riunione del gruppo regionale del Pd.Il Pd tende dunque la mano ai ribelli e si va verso la ricomposizione, come lasciavano ipotizzare i segnali emersi in Consiglio regionale. Una ricomposizione che con molta probabilità sarà formalizzata nel corso della riunione di maggioranza, in programma per domani all’Aquila. All’incontro odierno, a Pescara, preparatorio in vista dell’appuntamento di domani, hanno preso parte, oltre a Rapino, il governatore Luciano D’Alfonso, il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e, a sorpresa, l’assessore Di Matteo.
Scelta, quindi, la linea ‘morbida’, nonostante ci fosse più di un consigliere propenso a dare un segnale forte con il defenestramento dei due assessori da parte del governatore. L’azione dei tre ha comportato una impasse amministrativa e politica anche in due sedute del Consiglio regionale, praticamente improduttive. Secondo molti la strategia della ricucitura dello strappo è stata decisa anche per non avvelenare il clima in vista del referendum.
“A seguito della riunione del gruppo regionale il Pd Abruzzo è a lavoro per una soluzione avanzata del confronto all’interno della maggioranza regionale. Abbiamo avuto un incontro importante – spiega ancora Rapino – dove sono state affrontate questioni di merito e questioni metodologiche. Nei prossimi giorni verranno risolti alcuni passaggi relativi a delle leggi bloccate in Commissione e procederemo a ulteriori confronti con la maggioranza”.