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Silvi, imprenditrice fallita si rivolge agli strozzini per evitare la vendita della casa: tre arresti

Silvi, imprenditrice fallita si rivolge agli strozzini per evitare la vendita della casa: tre arresti

SILVI, 12 dicembre – Dopo il fallimento della propria azienda rischiava di vedere andare all’asta la casa e così, pur di evitare il peggio e poter pagare i debiti, si è rivolta ad una coppia di Giulianova per ottenere un prestito. Un prestito che gli è stato concesso a tassi usurai, con la donna sprofondata in un vero e proprio incubo terminato solo quando si è decisa a denunciare tutto al commissariato di Atri. Da qui l’avvio di un’indagine condotta dagli uomini della squadra mobile, che ha portato all’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare di cui due in carcere per usura ed estorsione nei confronti di una donna italiana e del suo compagno di etnia rom, ed una ai domiciliari per tentata estorsione nei confronti di una seconda donna italiana.

La vicenda che ha fatto finire i tre agli arresti risale al 2017 quando la donna, pur di evitare la vendita all’asta della propria abitazione, si è rivolta alla coppia di Giulianova per ottenere un prestito. Settemila euro che i due le avrebbero concesso e fatto avere in tre tranche, ma a fronte di un tasso di interesse usuraio: il 50 per cento di interessi al mese, pari al 600 per cento annuo.

Condizioni che l’imprenditrice, disperata, avrebbe accettato, restituendo fino alla fine del 2017  più di 15mila euro e consegnandoli ai due usurai in parte i  contanti ed in parte attraverso l’assunzione fittizia, con relative buste paga, del figlio della donna che le aveva prestato i soldi nell’azienda di suo figlio.

Ma a fronte di alcuni ritardi nelle scadenze dei pagamenti la coppia le avrebbe chiesto altri 12mila euro, iniziando a minacciarla con messaggi ed appostamenti e tentando anche di costringerla a far chiedere al figlio un mutuo per sanare i debiti. E di fronte al fatto che il ragazzo avrebbe avuto difficoltà a farsi concedere un mutuo, essendo anche lui in un momento di difficoltà, le avrebbero presentato un’altra donna assicurandole che quest’ultima avrebbe procurato ai figlio buste paga e cud per presentarsi in banca e chiedere i soldi.

Ma a quel punto l’imprenditrice, stanca della situazione, si sarebbe decisa a denunciare, facendo scattare l’indagine che ha portato all’arresto dei tre indagati.

 

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