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Teramo, Brucchi al consiglio: “Giunta a 7 entro il fine settimana”. I dissidenti prendono tempo

Teramo, Brucchi al consiglio: “Giunta a 7 entro il fine settimana”. I dissidenti prendono tempo

TERAMO, 13 giugno –  Nel primo consiglio dopo la revoca delle dimissioni (la scorsa settimana non si era aperto per l’assenza del numero legale, scelta strategica per guadagnare altri giorni), il sindaco Maurizio Brucchi, parlando all’assise, cerca quella sintesi fino ad oggi non trovata rivolgendosi non solo alla sua maggioranza, dissidenti compresi, ma anche ai fuoriusciti, invitando tutti a pensare alle conseguenze di un eventuale commissariamento. Brucchi si presenta senza giunta, dicendo che vuole prima vedere se ci sono i numeri per governare. Ma alla fine tutto resta come prima, con i dissidenti che prendono tempo e l’operazione “verità” sui numeri rinviata a dopo la presentazione del nuovo esecutivo.

“Oggi sono qui senza la giunta perché voglio vedere se c’è una maggioranza – dichiara il sindaco – e dico che entro il fine settimana ci sarà un esecutivo e sarà una giunta a sette. Qualcuno mi dirà che mi contraddico, che fino al mese scorso sostenevo la necessità di una giunta a nove. Sono pronto a fare mea culpa anche su questo, a fare gli straordinari. Sono pronto a rivedere le mie idee per il bene di questa città, dove sono nato e dove cresceranno i miei figli. Qui c’è una crisi politica e spero di risolva per il bene di una città che non merita un commissario”.

Brucchi sottolinea come per la prima volta dopo tanto tempo sui banchi della maggioranza ci sono 21 consiglieri seduti ad ascoltarlo (compreso, in realtà, chi come Guido Campana della lista civica e Raimondo Micheli, di Fdi-An, da quel maggioranza è uscito da tempo).

“Se oggi ci sono qui 21 consiglieri seduti ad ascoltarmi è perché in questi giorni ho lavorato per il bene della città – continua Brucchi – Spero che con i vari distinguo ognuno di voi abbia riflettuto su cosa significherebbe per una città terremotate l’arrivo del commissario”.

Brucchi non nasconde le sue responsabilità,  fa ancora una volta autocritica. Sottolinea di aver revocato le dimissioni, in un momento di emergenza,  “perché pensavo che città non potesse affrontare un commissariamento”.

“Sono rientrato,  ho azzerato la giunta con un atto politico forte – ha continuato il primo cittadino – Non auguro a nessuno di doversi trovare in una situazione del genere. Non è stato facile ma l’ho fatto con un solo obiettivo, quello di non gettare questa città in una crisi ancora peggiore.   Adesso è come se a Teramo si fosse votato domenica. C’è una giunta da fare, un programma da votare. Mi auguro che tutti abbiate riflettuto su cosa potrebbe significare l’arrivo del commissario”.

Poi Brucchi si toglie qualche sassolino dalle scarpe, lanciando staffilate, anche se senza mai nominarli, all’indirizzo di Gianni Chiodi e Mauro Di Dalmazio:

“In politica ci sta tutto, c’è l’attacco ma non ci stanno frasi come “con Brucchi io non mi mischio più” perché Brucchi è una persona onestà,  seria, che lavora dalla mattina alla sera, che nel lavoro che fa mette attenzione ed amore per la propria città e allora non va bene. Non esiste perché io sono fin troppo onesto intellettualmente e soprattutto sono un uomo di squadra, una persona che neanche del peggior nemico dirà male mai. Non mi avete mai sentito e non mi sentirete mai fare dichiarazioni o dire cose eppure in questa città in questi giorni è successo da parte di alcune persone che rivestono ruoli importanti a livello regionale. Persone che non vedo da tanto tempo, con le quali ho condiviso un percorso e delle quali ancora oggi continuo ad avere stima”.

Il sindaco illustra poi a grandi linee i punti programmatici su cui la sua maggioranza, o quel che ne resta, dovrebbe dargli fiducia: dal superamento della fase emergenziale post maltempo e terremoto, con la ricostruzione pubblica e privata, la messa in sicurezza delle scuole, la realizzazione del polo scolastico, al rilancio della città e del suo ruolo di capoluogo con la conclusione di tutta una serie di lavori, l’avvio del progetto di hosing sociale, la riprogrammazione dei fondi del Masterplan. Poi il bilancio di previsione, con il mantenimento del trasporto scolastico, delle 21 ore di assistenza scolastica, della gestione “ottimale” dei nidi e delle materne e dei servizi alla persone e infine il progetto “Teramo città della cultura”.

 

Un discorso quello di Brucchi, che però non sembra di fatto aver cambiato le carte in tavola. Perché se il commissario, almeno in quella che fu l’iniziale maggioranza Brucchi, sembra non volerlo nessuno (ad eccezione forse di Angelo Puglia),  i due dissidenti Vincenzo Falasca e Alfredo Caccioni (che sono usciti da futuro In ed entrati nel gruppo misto), alla fine, hanno preferito prendere tempo, mentre gli ex maggioranza Angelo Puglia e Guido Campana della lista civica “al centro per Teramo” e Raimondo Micheli di Fdi-An hanno confermato di restarne fuori. Anche se Campana e Micheli hanno assicurato il loro voto a quei   provvedimenti che riterranno importanti per la città.

“Per il momento mi prendo ancora qualche giorno di riflessione – ha detto Caccioni – Voglio prima vedere la giunta a sette e chi ci sarà”.

Duri i commenti dell’opposizione , con il consigliere Gianluca Pomante che ha accusato il sindaco di “elemosinare” una maggioranza.

 

 

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