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Teramo, dimissioni in massa in Comune davanti al vicesegretario: cade l’amministrazione Brucchi

Teramo, dimissioni in massa in Comune davanti al vicesegretario: cade l’amministrazione Brucchi

TERAMO, 4 dicembre – Sotto l’albero di Natale i cittadini teramani troveranno il commissario. Dopo un tira e molla durato mesi, diktat, prove di forza e il fallito blitz di fine novembre del consigliere arancione Gianluca Pomante  e di pochi altri consiglieri dal notaio, le dimissioni di massa di opposizione (ad esclusione del consigliere Paola Cardelli), consiglieri della lista civica “Al Centro per Te” e dei gattiani sono arrivate questa mattina. In 18 hanno protocollato le dimissioni davanti al vice segretario comunale Fulvio Cupaiolo, mettendo così la parola fine all’amministrazione Brucchi.

Un epilogo arrivato dopo una lunga agonia politico-amministrativa, che in queste ultime settimane ha visto l’ormai ex sindaco Maurizio Brucchi rifiutare ogni diktat da parte dei gattiani e cercare invano una ricomposizione che non è arrivata.

Adesso per Teramo si apre il commissariamento, mentre per Forza Italia si preannuncia una notte da lunghi coltelli. Perché a far cadere Brucchi è stato proprio il gruppo di riferimento di Paolo Gatti, uno dei maggiori esponenti, insieme a Brucchi, del partito a Teramo. Quello stesso partito che di fatto aveva creato la crisi interna alla maggioranza e che dopo aver chiesto, fino a qualche mese fa, al primo cittadino di restare in sella ne ha poi decretato la fine.

“Questa mattina 18 consiglieri comunali hanno rassegnato contestualmente le dimissioni al protocollo comunale – ha scritto pochi minuti dopo le dimissioni il consigliere dei cinque stele Fabio Berardini sul suo profilo Fb –  Il Dott. Brucchi non è più sindaco di Teramo e si procederà allo scioglimento del consiglio comunale. Si chiude così la peggior consiliatura della nostra città . Troppi sono stati i fallimenti, gli errori, i ricatti politici e le becere spartizioni di poltrone. Le casse del Comune sono in una situazione disastrosa (basti pensare che non vengono pagate le bollette della luce dal mese di luglio) ed il commissario dovrà  porre rimedio a tutti i debiti lasciati da Brucchi. Oggi finisce il “Modello Teramo” e la nostra città  viene liberata dal centrodestra, incapace ormai di governare. Da oggi, con l’aiuto di tutti i cittadini volenterosi, il Movimento 5 Stelle inizierà un percorso di rinascita. La nostra città se lo merita.”

A stretto giro, subito dopo le dimissioni, è arrivato anche il comunicato ufficiale di Futuro In, il gruppo di riferimento Paolo Gatti. In una nota a firma degli ormai ex rappresentanti in consiglio comunale Giovanni Battista Quintiliani,
Maurizio Salvi, Milton Di Sabatino, Francesca Di Egidio, Antonella De Luca  ed Emidio Di Matteo il gruppo ha dichiarato come quella odierna sia stata una scelta sofferta ma ragionata, a fronte dell’impossibilità a proseguire l’esperienza amministrativa:

“L’eccesso di litigiosità motivato esclusivamente da personalismi ha accompagnato questo mandato fin dall’inizio, con le ben note polemiche di taluni consiglieri già in esito al varo della Giunta (giugno 2014). Nel 2015 la coalizione ha perso il sostegno di Fratelli d’Italia e nel 2016 quello della lista Al Centro per Teramo, e nell’avvicendarsi di questi avvenimenti la nostra lista ha visto immolare alle varie crisi gli Assessori Di Stefano e Romanelli prima e successivamente anche Lucantoni ed Antonini. Dallo scorso mese di aprile, a motivo anche delle posizioni assunte da tre consiglieri indipendenti, non vi sono più stati i numeri sufficienti a determinare una maggioranza politica e numerica, nonostante la convinzione della nostra lista di voler evitare un commissariamento che sarebbe durato oltre 500 giorni e pure quella del sindaco, che ebbe anche a rassegnare le proprie dimissioni nel tentativo di scuotere i cosiddetti dissidenti”.

Dimissioni poi ritirate e che non hanno sortito alcun effetto:

“Quanto accaduto il 2 novembre scorso, con la persistenza della mancanza dei presupposti numerici minimi per governare, e dopo la sottoscrizione di innumerevoli documenti mai rispettati – ha concluso Futuro In – ci ha indotti a rinunciare alle nostre posizioni (3 assessorati ed oggi anche alla presidenza del consiglio comunale) ed a chiedere lucidamente e rispettosamente al sindaco di porre fine ad uno stillicidio non più comprensibile ai cittadini e privo di ogni prospettiva politica ed amministrativa. Riteniamo di aver fatto tutto quanto possibile in questi tre anni e mezzo per preservare l’Amministrazione, assicurando il nostro pieno sostegno e tollerando ogni genere di atteggiamento da parte di taluni singoli che hanno chiaramente posposto gli interessi della città a quelle che parevano essere convenienze politiche personali, imponendo scelte e determinazioni che più volte non abbiamo condiviso ma che abbiamo silenziosamente subito, ed avremmo anche continuato a farlo, se ciò fosse bastato per governare in modo sereno, operoso, incisivo”.

Durissima la presa di posizione di “Noi con Salvini”:

“A ridosso delle elezioni politiche si è consumato a Teramo il suicidio assistito dell’Amministrazione Comunale – scrive il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma –  nello stesso momento in cui i sondaggi e i risultati premiano l’unità del centrodestra, a Teramo parte della maggioranza decide di far saltare il banco. Invitiamo tutto il Centrodestra ad una riflessione congiunta e corale ma puntuale, che consenta una presenza unitaria e vincente nei prossimi impegni elettorali: politiche, amministrative e regionali. Il tutto senza fughe in avanti e senza ipocrisie”.

Il Pd, i cui consiglieri, con le dimissioni odierne, hanno contribuito a far cadere l’amministrazione Brucchi, parla di “Giorno Zero” per la città:

“Con il Sindaco Maurizio Brucchi è caduto l’ultimo finto baluardo del “Modello Teramo”, che in città tutti hanno potuto registrare come “papocchio Teramo” – scrive il commissario dell’unione comunale Sandro Mariani – Siamo soddisfatti di aver evidenziato e decretato la fine di una situazione penosa e umiliante per Teramo. Il nostro ruolo di opposizione chiara e fuori da ogni pasticcio ce lo ha imposto, ma certo quella di oggi non è una giornata felice: il fallimento di un’amministrazione è una ferita inferta alla città che l’ha scelta e i Teramani non vogliono e non devono trovarsi più nelle condizioni di accettare, senza possibilità di reagire, errori e accordi capricciosi e personali, che passano sopra le loro teste”.

Da qui la definizione della giornata odierna come il Giorno Zero, quello da cui ripartire, secondo il Pd, per una nuova stagione politico amministrativa.

 

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