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Uccisione del piccolo Maxim, a processo la madre e due medici per falso nelle pratiche di adozione

Uccisione del piccolo Maxim, a processo la madre e due medici per falso nelle pratiche di adozione

PESCARA, 12 gennaio – Una vicenda tragica e dolorosa, con una coda giudiziaria infinita, quella riguardante la morte del piccolo Maxim, il bimbo russo di cinque anni ucciso nel sonno la notte tra il 17 e il 18 luglio del 2014, a Pescara, dal padre adottivo Massimo Maravalle, tecnico informatico affetto da disturbo psicotico atipico. Il processo riguardante l’omicidio si è già concluso con l’assoluzione del padre adottivo che, se pur esecutore materiale del delitto, all’epoca dei fatti era incapace di intendere e di volere. Approderà invece davanti al giudice del tribunale monocratico di Pescara il caso riguardante le pratiche di adozione del bimbo, che a giudizio dell’accusa presenterebbero irregolarità e anomalie.

Il gup Antonella Di Carlo, infatti, questa mattina ha rinviato a giudizio la madre adottiva di Maxim, Patrizia Silvestri, il medico del Servizio di medicina legale e del lavoro della Asl di Pescara, Giuliana Iachini e il medico di base Fabio Panzieri. Il processo, davanti al giudice monocratico Laura D’Arcangelo, avrà inizio il 4 aprile prossimo. I tre imputati, accusati di falso in concorso, in realtà erano già stati rinviati a giudizio il 9 febbraio scorso dal gup Nicola Colantonio, davanti alla Corte d’Assise di Chieti, la quale però, lo scorso 27 aprile, ha stabilito che la competenza spetta al giudice monocratico, facendo ripartire da capo il procedimento. Gli atti sono dunque tornati al pm Andrea Papalia, che ha riformulato la richiesta di rinvio a giudizio, culminata con la decisione del gup Di Carlo.

Silvestri, oggi presente in aula insieme al suo legale Alfonso Vasile, è accusata di falso in quanto, nell’ambito delle procedure relative all’adozione, avrebbe omesso di riferire e fornire notizie sui disturbi e sulla patologia psichiatrica del marito. Secondo il pm i due medici, difesi dagli avvocati Aldo Moretti e Marco Spagnuolo, avrebbero invece attestato che Maravalle era esente da difetti fisici e psichici, omettendo di rilevare l’esistenza  di patologie. Anche in merito a questo aspetto della vicenda la posizione del tecnico informatico è stata già definita: per il reato di falso, relativo all’adozione, Maravalle è stato condannato da Colantonio, tramite rito abbreviato, ad un anno di reclusione con pena sospesa.

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