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Un ex dipendente Montedison: “A Bussi non è mai esistita alcuna discarica dei veleni”

Un ex dipendente Montedison: “A Bussi non è mai esistita alcuna discarica dei veleni”

PESCARA, 7 marzo 2017 – Parole destinate a far discutere quelle di Pasquale Antonucci, ex dipendente dello stabilimento Montedison di Bussi, per anni impiegato nel laboratorio analisi della fabbrica chimica. Secondo Antonucci la mega discarica di Bussi, considerata la più grande discarica di veleni d’Europa, non è mai esistita.

Queste le parole dell’ex dipendente dell’azienda:

 “La mega discarica più grande d’Europa non esiste. Si tratta di dieci buche di pochi metri, la terra rossa scambiata per rifiuto tossico non era altro che la terra utilizzata da una antica fornace rimasta attiva fino agli anni Sessanta”.

Poco importa che nei giorni scorsi la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila abbia stabilito che a Bussi ci furono sia avvelenamento delle acque che disastro ambientale. A giudizio di Antonucci le cose sono andate diversamente. E l’ex dipendente, per confutare le tesi delle perizie e dell’inchiesta, ha anche avviato un confronto con Alessandro Gargini, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, autore della relazione tecnica sullo stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee lungo la valle del fiume Pescara, tra la discarica Tre Monti ed il campo Pozzi di Colle Sant’Angelo, risalente all’ottobre del 2012.

“La contaminazione delle falde, dovuta allo scarico della Montedison-Solvay, non è affatto priva di fondamento – afferma Antonucci -. Dallo stabilimento si scaricavano 6.500 metri cubi l’ora, con una concentrazione media di 300 microgrammi per litro e addirittura durante la gestione Solvay, nel 2005, la media della concentrazione negli scarichi è salita a 600 microgrammi per litro. Anche dopo il 2007 la contaminazione è continuata, la causa era il collettore di scarico dello stabilimento, che essendo situato al di sotto della falda, drenava acqua di falda dello stabilimento inquinato. I valori dei solventi clorurati trovati nelle ultime analisi sulle acque del fiume Pescara e sulle acque sotterranee, prelevate a Castiglione, nella zona dei pozzi sant’Angelo, sono quasi sempre al di sotto dei sensibilissimi limiti dei moderni gas-massa. Segno evidente che la discarica non sta inquinando e non ha mai inquinato. Dopo una vita che ho fatto questo tipo di analisi con ‘gas cromatografo con rivelatore a cattura di elettroni’ non ho mai visto acqua di fiume o acqua potabile con valori più bassi”.

L’ex dipendente della Montedison, ora in pensione, contesta anche quello che considera un “inutile sperpero risorse”:

“Sono già stati spesi 10 milioni di euro per una inutile copertura e sembra che altri 50 milioni non bastino. Addirittura l’avvocato dello stato Cristina Gerardis parla di 2 miliardi di euro. Un inutile sperpero di enorme risorse, quando a Popoli, a 2 chilometri di distanza, si parla di ridimensionamento o addirittura di chiusura di un ospedale, per risparmiare solo pochi spiccioli”.

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