Una telefonata rivoluzionaria: in attesa del 5G

PESCARA, 17 aprile – Una chiamata da Barcellona a L’Aquila effettuata con uno smartphone. Una videochiamata a voler essere precisi. Niente di rivoluzionario, almeno in apparenza. Eppure questo primo contatto telefonico avvenuto dagli spazi del Mobile World Congress di Barcellona e il Tecnopolo d’Abruzzo con sede a L’Aquila ha in sé tutte le caratteristiche di una rivoluzione. In termini tecnologici, senza dubbio, visto che si è trattato della prima videochiamata effettuata impiegando una connessione 5G e uno smartphone, anzi due, in grado di supportare un simile apparato tecnologico.

In apparenza un passaggio quasi naturale quello dal 4G che rappresenta lo standard di comunicazione attuale, al 5G. Ma scavando più a fondo stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione, sia in termini di tecnologia impiegata, sia rispetto alle applicazioni pratiche che un simile protocollo di comunicazione avrà nella vita quotidiana di ognuno di noi.

Le città pilota scelte per la sperimentazione del 5G in Italia sono cinque: Bari, Matera, L’Aquila, Milano e Prato. Dovremo attendere, però, fino alla seconda metà del 2020 perché le reti soggette a sperimentazione siano aperte e accessibili a tutti. Ma occorreranno comunque smartphone di nuova generazione in grado di supportare il nuovo protocollo di comunicazione. In altre parole dispositivi mobili dotati di antenne capaci di intercettare e comunicare attraverso il segnale 5G.

Gli interessi in gioco sono ovviamente enormi. Da un lato le aste per le concessioni di banda, dall’altro i giganti dell’high-tech mondiale che producono smartphone, tablet e componenti elettronici che dovranno mettere in commercio nuovi dispositivi. La Apple ad esempio ha affermato di avere in progetto un nuovo iPhone 5G solo a partire dall’anno prossimo. Salvo cambiamenti di programma, visto che nel comparto produttori la situazione sembra essere in divenire.

Molto più chiare sono invece le applicazioni pratiche di questo nuovo sistema di comunicazione e i dettagli tecnici relativi a velocità e periodo di latenza. È stato più volte impiegato l’aggettivo rivoluzionario per riferirsi alle caratteristiche della futura rete 5G e in effetti i dati tecnici sembrano confermare le aspettative.

La velocità di scaricamento di film e contenuti multimediali sarà superiore ai 10gigabit, quando la rete entrerà a pieno regime. Il periodo di latenza, che rappresenta forse il dato più rivoluzionario  sarà dell’ordine di pochi millisecondi. La latenza è infatti il tempo impiegato tra l’invio di un comando e la sua risposta. Tanto maggiore sarà la velocità da A a B tanto più rapida sarà la comunicazione ad esempio con un auto a guida autonoma oppure tra la console di comando e un drone. O ancora tra un braccio robotico e il medico che sta effettuando un’operazione chirurgica. In altre parole la comunicazione tra dispositivi sarà molto più fluida e sicura.

Un simile cambiamento interesserà da vicino la nostra vita quotidiana con numerose applicazioni pratiche che vanno dall’intrattenimento, al gaming, passando per l’industria e la salute. Non è un caso che colossi come Facebook puntino su reti di questo tipo per lo sviluppo di spazi virtuali come Facebook Spaces, un’app di realtà virtuale che consente di interagire all’interno di una simulazione digitale con i propri amici grazie all’ausilio di visori VR Oculus o HTC Vive. La qualità delle prestazioni di simili ambienti che richiamano alla mente film come Ready player One o Tron dipende indubbiamente dalla qualità del segnale. Con un periodo di latenza dell’ordine di millisecondi la simulazione diventerà estremamente realistica.

Un passaggio chiave da cui trarranno vantaggio anche le piattaforme ludiche di gaming online dove da anni operatori come Unibet sono impegnati nello sviluppo di giochi da casinò sempre più avanzati per intercettare un pubblico digitalizzato che sfrutta le potenzialità della rete per immergersi in simulazioni digitali tanto coinvolgenti quanto realistiche.

Ma il 5G vedrà anche applicazioni, per così dire più serie, nel settore dell’industria o in quello della gestione delle criticità. Il robotT-HR3sviluppato dalla Toyota e controllato a distanza permetterà di intervenire da remoto in aree pericolose per l’uomo grazie a un complesso sistema di sensori. L’accuratezza della risposta anche a distanza di dieci chilometri garantirà una precisione dei movimenti fino a oggi impossibile per le reti attuali. Applicazioni che troveranno spazio anche nel settore medico dove già sono stati sviluppati bracci robotici per effettuare operazioni, ma la cui precisione dei movimenti dipendeva molto dal periodo di latenza.

Una semplice telefonata, quella effettuata lo scorso Febbraio dal Mobile World Congress verso L’Aquila, e dai risvolti davvero rivoluzionari.

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