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Vasche laminazione fiume Pescara, M5s: “Consiglio Lavori pubblici boccia D’Alfonso”

Vasche laminazione fiume Pescara, M5s: “Consiglio Lavori pubblici boccia D’Alfonso”

PESCARA, 8 febbraio – Piena bocciatura, da parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, al progetto da 55 milioni di euro per la realizzazione delle vasche di laminazione del fiume Pescara, voluto da D’Alfonso”. Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari, che divulga il contenuto di un testo del Consiglio il quale, subito dopo l’adunanza dello scorso 27 gennaio, scrive: “Risulta evidente ricordare la insostenibile frequenza degli allagamenti della città di Pescara e del porto ai quali, di per sé, l’opera progettata non sembra essere in grado di porre sostanziale rimedio”. I grillini chiedono quindi di fermare il progetto e di valutare la loro proposta “cemento zero” che prevede la realizzazione di centinaia di ‘laghetti’ al posto delle vasche. 

Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, Pettinari ha sintetizzato le osservazioni del Consiglio superiore dei Lavori pubblici:

“Il progetto delle vasche – dice il consigliere – non risolve il problema perché non tiene conto degli affluenti del fiume Pescara, i terreni argillosi non sono idonei all’opera e l’aspetto procedurale ha bisogno di numerose verifiche. Le osservazioni poste dal Consiglio dei lavori pubblici – aggiunge – danno ragione al M5S che, dall’inizio, ha sollevato numerose perplessità su questa colata di cemento dal costo di 55 milioni di euro. Una somma di denaro importante che rischia di essere un ennesimo spreco senza che il problema dell’esondazione del fiume Pescara sia risolto”.

Secondo Pettinari, infatti, con 55 milioni di euro si potrebbero realizzare “addirittura fino a mille laghetti collinari”, anche se “ne servirebero molti meno per una capacità di assorbimento della portata in caso di piena fino al 70%”.

L’esponente pentastellato definisce gli invasi proposti dai grillini come “un’opera di ingegneria naturalistica meno costosa e davvero risolutiva”.

“Laghetti di piccole dimensioni, con capacità medie intorno ai 30.000 mc, che complessivamente garantirebbero di contenere 30.000.000 mc di acqua, circa 8 volte la capacità delle vasche di laminazione proposte dall’attuale Giunta regionale”.

I grillini invitano quindi D’Alfonso, commissario straordinario per le opere di difesa del suolo – lo scorso 22 giugno è stato approvato il progetto definitivo – a fare marcia indietro.

Pettinari ha presentato un’interpellanza regionale in cui chiede a D’Alfonso:

  1. “se alla luce del parere rilasciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non sia intenzione dell’attuale governo regionale rivedere l’idea progettuale inerente la realizzazione di un sistema di casse di espansione per la laminazione delle piene del fiume Pescara, ubicate nei Comuni di Rosciano, Cepagatti, Manoppello e Chieti, sostituendo la stessa con una valida alternativa in grado di mettere in sicurezza dagli allagamenti la città di Pescara, come la creazione di una serie di invasi naturali collinari di piccole e medie dimensioni sui corsi d’acqua temporanei del bacino idrografico del fiume Pescara”;
  2. nel caso in cui l’attuale governo regionale non sia intenzionato a rivedere l’idea progettuale presentata, come pensa di sanare inefficienze del progetto definitivo sollevate nelle osservazioni rilasciate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”.

La replica della maggioranza a Pettinari non si è fatta attendere. Nel pomeriggio è infatti arrivata la risposta del vice capogruppo del Pd in consiglio regionale Alberto Balducci, che ha dichiarato come “al contrario di quanto afferma il consigliere Pettinari, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato il progetto delle vasche di laminazione sul fiume Pescara, richiedendo alcune prescrizioni di carattere tecnico nonché l’inserimento dell’opera nell’ambito di un progetto generale più vasto che interessi i problemi idraulico-ambientali del bacino Aterno-Pescara oltre ai centri a valle del sito e la città di Pescara“.

Un aspetto che per Balducci  è già parte di una serie di interventi previsti nelle programmazioni del Piano stralcio difesa alluvioni della Regione Abruzzo, oltre che in quelle affidate al commissario che si occupa del risanamento socio-economico ed ambientale del bacino Aterno del Pescara.

“Per tale ragione la prescrizione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici  in realtà è già ampiamente rispettata e si tratterà solo di chiarire tale aspetto attraverso un progetto generale che raccolga tutte le iniziative già programmate sull’argomento. – sottolinea il vice capogruppo del Pd – Il Commissario per il dissesto idrogeologico della Regione Abruzzo sta predisponendo le integrazioni richieste. Si tratta dunque di un mero aggiustamento formale che non incide minimamente sulla realizzazione dell’opera”.

Al riguardo Balducci sottolinea come  l’accordo di programma relativo alle opere di laminazione del fiume Pescara miri alla mitigazione del rischio idrogeologico derivante dalle esondazioni.

“Il patto siglato tra Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Ambiente e Regione Abruzzo prevede l’erogazione di 54 milioni 800mila euro da parte del Governo, da destinare ad opere di sicurezza idraulica da realizzarsi nel tratto fluviale che interessa i comuni di Chieti, Manoppello, Cepagatti e Rosciano. Le opere, che consistono nella realizzazione di vasche di compensazione, interessano una superficie di un milione 300mila metri quadrati, con una capacità di 5 milioni di metri cubi di acqua. Le vasche saranno dotate di paratie gestite da remoto da una centrale di controllo operativa 24 ore su 24”

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