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Zeman, il Pescara e la retorica della squadra che ha giocato contro il suo ex allenatore

Zeman, il Pescara e la retorica della squadra che ha giocato contro il suo ex allenatore

PESCARA, 20 febbraio – Pescara è così, ama la festa e l’allegria ma non sa vivere senza polemica. E allora giusto il tempo di godersi lo scioccante 5-0 rifilato al Genoa di Preziosi, che già è partita la caccia alle streghe: sotto con la retorica della squadra che nelle ultime settimane ha giocato contro l’ex allenatore Massimo Oddo, come se un gruppo di calciatori professionisti avesse qualcosa da guadagnare da una retrocessione in serie B, per giunta rischiando di frantumare ogni record negativo della categoria.

Non c’è niente di vero in tutto questo, se non l’astio e il rancore nei confronti di una squadra che per 24 partite non ha dato segni di vita e che ieri – in colpevole ritardo – si è improvvisamente svegliata. Un fenomeno strano, singolare, ma del tutto comprensibile e spiegabile. Quando ci si infila in un tunnel costellato di sconfitte, ci sta che si perda fiducia nel primo responsabile della struttura. Succede in ogni ambito lavorativo ed è ancora più scontato che accada in un universo ultra competitivo come quello del calcio. La perdita di fiducia nel capo autoalimenta la perdita di convinzione nel gruppo e ci si avvolge in una spirale senza uscita.

Altrettanto scontato è che quando le cose vanno male, gli elementi di un team che si sentono meno valorizzati tendano a far pesare il proprio malcontento e creino ulteriori tensioni all’interno di un equilibrio già precario. E anche questo, con tutta evidenza, è accaduto durante la gestione Oddo. Ciò non significa, però, che la squadra del Pescara nelle ultime settimane abbia giocato per perdere o per fare un dispetto al proprio allenatore.

Zeman non ha certo la bacchetta magica, ma il suo arrivo ha liberato la mente dei giocatori, riazzerando le gerarchie, infondendo nuove motivazioni e inculcando i primi rudimenti del suo calcio fatto di pochi concetti, estremamente chiari, che sembrano combinarsi al meglio con le caratteristiche dei singoli elementi a disposizione. Il risultato di ieri, complice un Genoa in disarmo, è stato dunque sicuramente sorprendente, ma non inspiegabile.

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