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Abruzzo, cresce l’occupazione nel terzo trimestre dell’anno. Ma la Cisl spegne gli entusiasmi

Abruzzo, cresce l’occupazione nel terzo trimestre dell’anno. Ma la Cisl spegne gli entusiasmi

PESCARA, 7 dicembre – Dopo due trimestri non proprio brillanti l’occupazione in Abruzzo torna a salire. A certificarlo è l’Istat, che per il terzo trimestre del 2017 parla di 512mila occupati, (312 mila uomini  e 200 mila donne),  numero importante che si avvicina molto ai livelli pre crisi del 2008.

L’occupazione, in particolare,  cresce soprattutto nei servizi,  nel commercio e nell’industria, è stabile in agricoltura, rallenta solo nell’edilizia.  Positivi anche gli altri indicatori: aumenta il tasso  di occupazione, aumentano gli attivi, scendono i disoccupati ed i lavoratori inattivi e scoraggiati, così come anche l’occupazione femminile che era rimasta ferma per oltre 8 anni, relegando la nostra Regione agli ultimi posti nel paese.

Ma se la Regione, attraverso l’assessore Silvio Paolucci, commenta con toni entusiastici non così i sindacati, che spengono gi entusiasmi sottolineando come cresca si l’occupazione ma non quella stabile.

“I dati Istat resi noti oggi certificano un recupero di ben 20.000 unità lavorative nell’arco di 12 mesi. Il tasso di occupazione schizza al 59,2% e fa registrare il dato più alto degli ultimi 15 anni, e la notizia acquisisce ancor più valore se si pensa che c’è stato un incremento della forza lavoro – dichiara Paolucci – significa che è diminuito lo scoraggiamento e che c’è un ritorno al mercato delle professioni. Il tasso di disoccupazione scende al 9,7% (al di sotto della media nazionale) rispetto all’11,1% dello stesso periodo dell’anno scorso, con una riduzione di 1,4 punti percentuali”.

Paolucci sottolinea poi come nel giugno del 2014, all’atto dell’insediamento della giunta D’Alfonso, gli occupati fossero  459mila nel giugno 2014:

“Dunque da allora abbiamo recuperato 46.000 posti di lavoro. Altri ancora ne verranno creati grazie al Masterplan, la cui piena concretizzazione conoscerà un’accelerazione decisiva nel corso del 2018 con l’apertura dei cantieri,  al Patto per lo Sviluppo e attraverso l’ulteriore emanazione dei bandi per i fondi europei. Alle cassandre dell’opposizione , che preconizzavano un crollo dell’occupazione in Abruzzo suggeriamo l’acquisto di una maschera per nascondersi dalla brutta figura”.

Un entusiasmo non condiviso dalla Cisl:

“Crescono decisamente tutte le tipologie contrattuali (a termine, stagionale, apprendistato), ma rallenta il solo tempo indeterminato.  L’economia è in ripresa, le imprese assumono, ma con una occupazione ancora essenzialmente a termine – sottolinea il segretario della Cisl Abruzzo e Molise Leo Malandra –  Il mercato del lavoro regionale è in movimento, offre più occasioni, ma non ancora lavoro stabile, non si consolida”.

Tendenza rilevata, secondo Malandra,  anche dal Ministero del Lavoro (comunicazioni obbligatorie), che prende in esame le persone e non solo i rapporti di lavoro. Anche qui la conferma che il 2017 può essere ormai considerato come l’anno della ripresa: 147 mila le persone assunte nei primi nove mesi, 126 mila quelle che hanno perso o lasciato il lavoro.  Il risultato è il miglior saldo positivo degli ultimi  5 anni (+ 20.373). Ma sono soprattutto contratti a termine, o collaborazioni, o somministrazioni.

“Ma il tempo determinato da noi è meno frammentato e più lungo rispetto alla media  nazionale:  7  su 10 superano il mese, 4 vanno oltre i sei mesi – continua Malandra – Come chiuderà il 2017?   Si fermerà la corsa dei rapporti a termine? Il contratto stabile non sembra rientrare nei piani immediati delle aziende abruzzesi. Meno di 30 nuovi rapporti su 100 saranno a tempo indeterminato (compreso l’apprendistato). Molto più richiesti il tempo determinato (48), le collaborazioni (11) e le somministrazioni (11)”.

A certificarlo, spiega ancora Malandra, il Rapporto Excelsior,  che rileva le assunzioni previste dalle imprese regionali nel trimestre novembre 2017 – gennaio 2018 e che evidenzierebbe, dunque, un sistema produttivo in prudente attesa degli incentivi programmati dalla legge di bilancio per il 2018 e riservati, in particolare, alla stabilizzazione dei giovani disoccupati.

Una situazione in cui si registrano, secondo il sindacato, enormi differenze territoriali:  L’Aquila è la più dinamica, seguita da Pescara e Teramo.  Chieti è più lenta, il suo tasso di assunzioni previste è il più basso in Italia.  E poi, è gravemente colpita da crisi strutturali.

“Perché, se è vero che il mercato del lavoro si muove, non si attenua tuttavia la sofferenza del nostro sistema industriale.  Non si fermano le crisi, temporanee e strutturali, cresce la cassa integrazione straordinaria, crescono i contratti di solidarietà – conclude Malandra –   L’Inps segnala l’allarmante tendenza della nostra Regione: è l’unica a confermare una forte dipendenza dagli ammortizzatori sociali.  Vengono ancora ampiamente utilizzati, non scendono,  mentre nel  resto del paese il ricorso alla cassa integrazione è praticamente crollato (-40%).   Dappertutto, tranne che da noi”.

Da qui l’invito a Regione e parti sociali a sentirsi impegnate nel sensibilizzare imprese e lavoratori e ad indirizzare le misure verso le fasce deboli del mercato (disoccupati lunga durata, persone con competenze ridotte e qualificazione inadeguata) con la previsione di percorsi formativi e l’integrazione degli interventi nazionali con le azioni locali, a partire dalla sperimentazione del contratto di ricollocazione.

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