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Di Marco: “Indietro tutta su Province e legge Delrio”

Di Marco: “Indietro tutta su Province e legge Delrio”

PESCARA, 7 dicembre – Dopo la bocciatura del referendum costituzionale, che prevedeva l’abolizione delle Province, si naviga a vista per conoscere il futuro di questi enti che la legge Delrio ha lasciato nel guado. La fiducia posta sulla manovra di Bilancio, peraltro, non consente di presentare emendamenti e stando così le cose, i bilanci di previsione delle Province sono a rischio. Secondo Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, non resta che innestare una decisa retromarcia.

“Siamo tornati costituzionali, il ministro Delrio ha voluto fare una riforma in vitro che non si è conclamata con l’approvazione del referendum e dunque bisogna tornare indietro, perché di fatto quella legge è incostituzionale – afferma Di Marco -. Ritengo che l’esito del referendum risponda alle difficoltà riscontrate dai cittadini alla luce della trasformazione delle Province, che sono rimaste comunque a gestire le deleghe specifiche sulla viabilità e sulle scuole, con la difficoltà ulteriore che i trasferimenti non ci sono più e che addirittura ci sono i tagli”.

A breve occorrerà approvare il bilancio di previsione 2017, che al momento presenta diverse incognite:

“Con la fiducia sulla manovra non si avrà nessun emendamento, che come Unione delle Province Italiane avevamo richiesto, al fine di ottenere quelle modifiche necessarie per consentire alle Province di fare il nuovo bilancio. A gennaio dovrà dunque partire una ulteriore fase di rettifica e di approfondimento della finanziaria, per permettere alle Province di fare i bilanci. Peraltro è entrato nel merito anche il presidente della Repubblica, affermando che le Province, dal momento che restano in Costituzione, non possono non essere dotate delle risorse necessarie per gestire le deleghe”.

Secondo Di Marco, dunque, la vittoria del No al referendum conferisce maggiori certezze ai territori:

“Guardo con fiducia ai prossimi passaggi, i cittadini hanno scelto di confermare le Province nell’assetto costituzionale e questo mette noi presidenti nelle condizioni di sapere che dovremo essere sostenuti finanziariamente, ma anche nella riorganizzazione dell’assetto elettivo, perché non può essere che il Consiglio venga rinnovato ogni due anni, che il presidente duri solo quattro anni e che le aree vaste non si sa esattamente cosa significhino. Il mantenimento delle Province nella Costituzione mette quindi il territorio in una condizione di maggiore certezza rispetto agli interventi che il Governo dovrà fare in termini di pianificazione finanziaria. Di certo c’è bisogno di rivedere la legge Delrio, perché dobbiamo essere forniti delle risorse necessarie”.

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