PESCARA, 6 giugno – La CirFood, società che insieme a BioRistoro Italia gestisce il servizio di refezione scolastica a Pescara, si difende dopo la vicenda dei bimbi colpiti da tossinfezione alimentare e dà la colpa all’acqua. La società cita infatti “l’ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l’utilizzo dell’acqua destinata al consumo umano per le utenze in distribuzione” in due scuole, e sottolinea che “è ragionevole pensare che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla Società”. 

Cir Food aggiunge inoltre che i sopralluoghi di Asl e Nas nei due centri cottura “hanno rilevato la piena conformità del rispetto delle norme igieniche, delle procedure di Autocontrollo e delle relative schede di monitoraggio”.

“Episodi epidemici di infezione da Campylobacter sono associati prevalentemente al consumo di acqua o latte contaminati, alimenti a rischio consumati crudi e, occasionalmente, a carne di pollo. Mentre il contagio diretto da uomo a uomo è piuttosto raro”, afferma la società, citando una pagina dell’Istituto superiore di sanità. L’ipotesi che la contaminazione sia dovuta all’acqua, inoltre, secondo CirFood “risulta peraltro corroborata dalla circostanza che le preparazioni previste dal menù della settimana scorsa non prevedevano alimenti tra quelli correlati alla infezione da Campylobacter”.

La società aggiunge inoltre “di avere contestualmente avviato delle verifiche interne di approfondimento, con lo spirito di piena collaborazione con le istituzioni che da sempre la contraddistingue, e attende con fiducia il completamento delle analisi per avere un quadro più completo”.