CANISTRO, 8 novembre – Cancelli riaperti, allo stabilimento della Santa Croce di Canistro, dopo due settimane di blocco da parte dei lavoratori in sciopero. I dipendenti della fabbrica, che imbottiglia l’acqua distribuita a livello nazionale, sono a forte rischio occupazionale e per giorni hanno impedito, anche ostruendo la strada, l’ingresso alla proprietà, agli autotrasportatori e ai dipendenti che non hanno aderito alla mobilitazione.

Questa mattina, però, anche grazie alla mediazione delle forze dell’ordine, presenti in buon numero, sono entrati i primi tir. Il patron Camillo Colella ha dato disposizione di prelevare le materie prime, per spostare la produzione in Molise: la scelta della proprietà fa seguito alla revoca del bando per la concessione trentennale della sorgente, innescata dal ricorso al Tar del Comune di Canistro e ai dinieghi della Regione alle istanze di proroga presentate dall’azienda. Il blocco attuato dai dipendenti in sciopero ha ulteriormente irrigidito la proprietà.

La Santa Croce ha avviato le procedure di mobilità che porteranno al licenziamento di 75 lavoratori entro la fine di novembre. I dipendenti, di cui una ventina al lavoro e la restante parte in cassa integrazione da anni, usufruiranno per due anni degli ammortizzatori sociali. L’azienda, inoltre, ha intrapreso un duro contenzioso con la Regione e ha presentato, nei giorni scorsi, un esposto alla Procura della repubblica di Avezzano per denunciare l’attuazione illegittima dello sciopero. La Regione ha risposto con un’altra denuncia, chiedendo il sequestro dell’acqua all’interno dello stabilimento, perché captata senza autorizzazione.

Di seguito (in foto) l’etichetta che attesta l’operatività della nuova linea di produzione nello stabilimento di Castelpizzuto, in provincia di Isernia.