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Castrogno, il grido di aiuto del Sappe: “Non lasciate nuovamente isolato il carcere”

Castrogno, il grido di aiuto del Sappe: “Non lasciate nuovamente isolato il carcere”

TERAMO, 22 gennaio – “Pensavamo, speravamo, che questa calamità fosse servita a far prendere coscienza al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria centrale delle criticità dell’istituto penitenziario teramano a seguito degli eventi sismici e abbondante nevicate dei giorni scorsi. Purtroppo dobbiamo prendere atto che neanche queste sciagure l’ha scosso più di tanto“.  Parole dure e piene di sconforto quelle del segretario provinciale del Sappe Giuseppe Pallini, che in un accorato appello si rivolge  alla politica teramana e al Prefetto “affinché non lascino nuovamente ‘isolato’ il carcere di Castrogno dal resto della città e si facciano portavoci presso il Governo e il Ministero della Giustizia scongiurando la revoca dei provvedimenti annunciati e sollecitando “lo sfollamento di almeno altri 90 detenuti, favorendo così la chiusura dei padiglioni detentivi situati nei piani più alti dell’istituto dove le scosse telluriche sono maggiormente avvertite e favorendo altresì un’evacuazione più celere dei detenuti presso i cortili,cortili questi ancora sommersi da oltre un metro di neve e quindi inagibili“.

A preoccupare il rappresentante sindacale, in particolare, i  lanciare i rumors sulla presunta revoca dei provvedimenti presi d’urgenza dal Provveditore Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Lazio,Abruzzo e Molise Cinzia Calandrin a seguito delle scosse di terremoto del 18 gennaio. Provvedimenti che riguardavano l’invio di un contingente di personale in supporto, assegnazione di veicoli fuoristrada e l’evacuazione di 34 detenuti.

Revoca che non farebbe che aggravare una situazione già di per sè esplosiva. Il personale del carcere, infatti, secondo Pallini, sarebbe ormai “allo stremo delle forze“. A ciò si aggiungerebbero i problemi che  buona parte del personale registrerebbe ancora oggi a recarsi in servizio in quanto bloccato a casa dalla neve e la paura generata non solo dalle scosse dei giorni scorsi ma anche dalle ultime dichiarazioni della commissione Grandi Rischi. Dichiarazioni che, scrive Pallini, hanno “fatto salire la tensione e il panico tra la popolazione detenuta che a gran voce ha chiesto di essere trasferiti in altri istituti“.

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