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Concorsi truccati all’Arta, il pm chiede 4 condanne e 2 assoluzioni. Sentenza il 4 giugno

Concorsi truccati all’Arta, il pm chiede 4 condanne e 2 assoluzioni. Sentenza il 4 giugno

PESCARA, 14 maggio – Quattro condanne e due assoluzioni. E’ il bilancio delle richieste formulate questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara, dal pm Mariangela Di Stefano, nell’ambito del processo sulla gara di affidamento del servizio di patrocinio legale dell’Arta e sul concorso di perito elettronico, bandito dallo stesso ente, che a giudizio dell’accusa sarebbe stato truccato. La sentenza + attesa per il 4 giugno.

Di Stefano ha chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi per Antonio Fernandez, ex direttore amministrativo dell’Arta, e a 2 anni e 2 mesi ciascuno per Angela Del Vecchio, ex direttore del distretto provinciale Arta di Pescara; Nicola Colonna, membro della commissione di concorso; Pietro Domenico Pellegrini, candidato precario che, secondo l’accusa, sarebbe stato il “beneficiario consapevole del concorso truccato” da perito elettronico.

E’ stata chiesta, invece, l’assoluzione per Pierluigi Tenaglia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Chieti, e Ernesto D’Onofrio, ex dipendente dell’Arta.

Dopo la requisitoria del pm, ha preso la parola il legale della parte civile, che assiste l’avvocato Luca Di Raimondo, autore dell’esposto che ha dato il via all’indagine, invocando l’affermazione della piena responsabilità per tutti gli imputati, compresi Tenaglia e D’Onofrio. Subito dopo è stata la volta delle difese, che hanno chiesto l’assoluzione per i rispettivi assistiti, presentando delle memorie.

Fernandez, Del Vecchio, Pellegrini e Colonna sono accusati, in concorso tra loro, di rivelazione di segreti di ufficio e falsità ideologica in atti pubblici. Fernandez anche di tentata concussione, abuso in concorso, corruzione e turbativa d’asta. Tenaglia è accusato di corruzione e turbativa d’asta. D’Onofrio, infine, è imputato per favoreggiamento.

Secondo l’accusa, Fernandez avrebbe pilotato la gara d’appalto, relativa all’affidamento dei servizi legali dell’Arta, a favore di Tenaglia. In cambio, come contropartita, Tenaglia avrebbe promesso di assumere nel suo studio, come segretaria, la cognata di Fernandez, Carla La Menza.

Per quanto riguarda l’altro filone, relativo al concorso per un posto da perito elettrotecnico all’Arta, a giudizio dell’accusa sarebbe stato truccato in ogni passaggio: Fernandez e Del Vecchio avrebbero formato una commissione compiacente, inserendo Colonna, che avrebbe rivelato le soluzioni delle tracce al candidato Pellegrini.

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