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Coronavirus, l’università di Teramo pronta a riaprire con mascherine firmate Unite e termoscanner

Coronavirus, l’università di Teramo pronta a riaprire con mascherine firmate Unite e termoscanner

TERAMO, 6 maggio – L’Università di Teramo  si prepara a raccogliere gli studenti e lo fa con l’adozione di rigidi protocolli di sicurezza tra cui l’utilizzo del termoscanner. Intanto sono arrivate le prime 500 mascherine firmate “Unite” che saranno distribuite a tutto il personale, agli studenti che a poco a poco rientreranno nei campus dell’ateneo e soprattutto alle future matricole. Le mascherine, in triplo strato con caratteristiche idrofobiche, lavabili e riutilizzabili, sono state validate dal professor Fulvio Marsilio, virologo dell’università di Teramo.
Da oggi sono inoltre in prova i termoscanner, che saranno utilizzati per  rilevare quotidianamente la temperatura di tutti coloro che accederanno alle sedi universitarie. Si tratta di un’ulteriore misura oltre a quella di un ingresso obbligato e vigilato per le singole sedi, del possesso dell’autocertificazione, della fornitura dei dispositivi di protezione – guanti oltre le mascherine – dell’osservazione delle distanze di sicurezza nelle singole stanze e negli spazi comuni.

“Dopo aver garantito con tempestività e puntualità didattica, esami e sedute di laurea a distanza non lasciando indietro nessuno – sottolinea il rettore – sempre con atteggiamento prudenziale la comunità accademica è pronta ad affrontare la fase 2 con l’obiettivo principale di riaprire in sicurezza e gradualmente le porte dell’ateneo al personale, ai docenti e soprattutto agli studenti. Si procederà con gradualità, ma sono sicuro che già dalla prossima settimana si potrà usufruire della biblioteca, così come prevedo, con le dovute modalità, la possibilità di tornare a sostenere al più presto alcuni esami e tesi di laurea in presenza. È un augurio che mi faccio e che faccio agli studenti, cosciente del valore delle relazioni e della mediazione sociale quali aspetti imprescindibili nei processi di formazione. Naturalmente continueremo nel frattempo – e grazie alla tecnologia, all’impegno e alla professionalità di personale e docenti – a garantire prodotti e servizi ai nostri studenti e alle future matricole, ma metteremo le nostre competenze anche a disposizione di quei giovani che si apprestano ad affrontare una maturità rimodulata anch’essa dallo stato di emergenza”.

Il rettore ci tiene poi a rimarcare che “nonostante l’efficace ed efficiente fornitura di didattica di qualità a distanza, le università pubbliche non sono diventate e non saranno mai atenei telematici perché, anche se “a distanza”, la nostra didattica è sempre in presa diretta senza l’utilizzo di materiale registrato stantio: a un’ora di didattica frontale prevista corrisponde sempre almeno un’ora di lezione su piattaforma informatica», sottolineando la necessità di tornare a riaffermare il prima possibile «il valore di comunità, non solo virtuale, di Unite”.

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