Fallimento Merker di Tocco Casauria, le difese chiedono l’assoluzione. Sentenza l’8 marzo
PESCARA, 14 gennaio – Si avvia a conclusione, a quindici anni dall’inizio dell’inchiesta, il processo sul fallimento della Merker di Tocco da Casauria. C’è la data della sentenza, che sarà emessa l’8 marzo prossimo. Questa mattina, intanto, le difese di cinque imputati, per i quali il pm Rosangelo Di Stefano aveva chiesto condanne da 2 a 4 anni di reclusione, nel corso delle loro arringhe hanno chiesto l’assoluzione con formula piena per i rispettivi assistiti o, in alternativa, la prescrizione.
La vicenda, per fatti avvenuti tra il 1999 e il 2003, aveva visto inizialmente indagate 44 persone, con accuse che comprendevano l’associazione a delinquere, il riciclaggio e la bancarotta. Dopo che 8 imputati hanno patteggiato e in seguito all’intervento della prescrizione per un’ampia serie di illeciti, è rimasta in piedi soltanto la bancarotta fraudolenta e documentale.
In riferimento a quest’ultima, nel corso della scorsa udienza, il pm aveva chiesto 4 anni per Marino Alessandrini, ex amministratore della Merker ed ex figura di vertice di altre società controllate dalla capofila; 3 anni a testa per Alfred Zahlaus e Marcello De Niederhausern, ex amministratori unici di Fisher e Merker Rent, e per Guido Leone, ex presidente del collegio sindacale della Fisher; 2 anni per Maria Cristina Dragani, all’epoca dei fatti procuratrice speciale della Merker. Il pm aveva chiesto invece il non doversi procedere, a causa dell’intervento della prescrizione, per altri sei imputati.
Il crac della Merker e delle sue controllate, per un ammontare di oltre 250 milioni di euro, era stato definito da Di Stefano, nel corso della sua requisitoria, “tra i più rilevanti per il territorio” abruzzese.