Gioco in Abruzzo: Teramo chiede limiti di orario per le slot

TERAMO, 24 settembre – La confusione nel settore del gioco d’azzardo regna sovrana in Italia. Regolamentazione nazionale e politiche a livello locali non sempre vanno allo stesso passo e nella medesima direzione. Gioco online ed offline spesso sottostanno a norme differenti ed il tutto non può che generare confusione sia tra gli operatori che tra i giocatori.

Al momento, i casinò online sono forse il settore che si mantiene più trasparente e chiaro. Solo gli operatori a distanza che hanno ottenuto una licenza ufficiale, sono autorizzati ad offrire giochi nel nostro mercato interno e offrire intrattenimento sicuro, che garantisca e protegga gli utenti. Grazie alla struttura del processo di registrazione, l’accesso al gioco viene automaticamente bloccato per i minori e con l’erogazione di bonus e giri gratis casino, si permette agli utenti di giocare anche utilizzando il denaro offerto dal casinò, invece di attingere al proprio budget. L’accesso ai giochi è garantito in qualsiasi momento della giornata e da qualsiasi luogo, sempre però facendo attenzione che il cliente giochi in modo responsabile e monitorando l’andamento delle giocate per rilevate eventuali situazioni a rischio.

Per quanto riguarda invece il gioco più tradizionale, cioè quello che può essere trovato nei bar, negli esercizi pubblici, nelle agenzie di scommesse e nelle sale da gioco, il quadro è molto più complesso. In mancanza di una normativa nazionale chiara, sono state le amministrazioni locali ad intervenire stabilendo regole che possono differire tra territori anche contigui.

Un esempio chiarissimo di questa situazione ci viene proprio dalla regione Abruzzo. Il prossimo 21 novembre, sarebbe infatti dovuta entrare in vigore la legge 40/2013 nella quale erano inseriti sia il divieto di aprire nuovi esercizi dedicati al giorno d’azzardo a meno di 300 metri da luoghi sensibili (ad esempio scuole, chiese e altri luoghi di culto, caserme militari, impianti sportivi, centri di aggregazione giovanile e strutture sanitarie) che la scadenza delle autorizzazioni già rilasciate. Mentre gli enti locali stavano predisponendo le azioni necessarie a ricordare agli operatori l’avvicinamento della scadenza, la norma è stata, a sorpresa, prorogata al 2020.

Il 24 agosto, un emendamento inserito nel testo del Progetto di Legge relativo alle Modifiche delle Disposizioni in materia di Comunità e aree montane, ha spostato in avanti di due anni la scadenza delle autorizzazioni relative alle slot nei locali pubblici e alle sale giochi.  Teramo però non ci sta. La consigliera comunale Pina Ciammariconi ha apertamente dichiarato che la mossa sembra avere una natura puramente elettorale, fatta allo scopo di raccogliere consenso in vista dell’approssimarsi delle votazioni regionali, previste per il prossimo febbraio. La consigliera ha aggiunto che il Movimento 5 Stelle si attiverà per presentare una mozione, che consenta di regolare in modo maggiormente restrittivo gli orari di funzionamento delle macchinette da gioco. Considerati i dati relativi alla spesa  dai teramani in slot machine e biglietti Gratta e Vinci, l’esponente di M5S auspica che la mozione trovi anche l’appoggio del Sindaco e della sua giunta.

Diversa è invece la spiegazione fornita dalla regione in merito alla proroga, che rappresenterebbe indica la volontà dell’Abruzzo di attendere l’approvazione di una normativa a livello nazionale, posizione già assunta anche dalla Liguria. Il Governo ha già infatti dichiarato che tale normativa, atta a regolare il settore del gioco pubblico, verrà approvata entro 6 mesi. Il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, promotore dell’emendamento approvato dal consiglio regionale, ha anche spiegato la sua iniziativa ricordando che l’Abruzzo ha sofferto un terremoto nel 2016 e che prorogando di due anni la norma, si dà la possibilità ai bar e locali con licenze vecchie di continuare ad operatore e di avere più tempo a disposizione per trovare una nuova sede, che rispetti il distanziometro. Per quanto riguarda invece il rilascio di nuove licenze, la norma dei 300 metri di distanza viene già applicata da tempo.

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