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Giornalisti “Controcorrente” a Pescara: lotta al precariato e ai bavagli, nel segno dell’anti-fascismo

Giornalisti “Controcorrente” a Pescara: lotta al precariato e ai bavagli, nel segno dell’anti-fascismo

PESCARA, 21 febbraio – Inclusione, lotta al precariato e difesa del diritto di cronaca dai bavagli e dalle querele temerarie, nel segno di una condivisione di valori basati sull’antifascismo e sull’anti-razzismo. Sono alcuni dei punti principali del programma nazionale di “Controcorrente”, la nuova componente del sindacato dei giornalisti, che questa mattina ha presentato le sue posizioni a Pescara, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato Raffaele Lorusso, segretario nazionale della Fnsi e Alessandra Costante, coordinatrice di “Controcorrente”.

Lorusso ha spiegato:

“Controcorrente è una componente sindacale, che insieme alle altre componenti sindacali che governano la Federazione nazionale della stampa, si propone di portare avanti un programma che sia innanzitutto di riforme e che guardi al futuro della professione e non al passato”.

L’esponente sindacale si è soffermato anche sulla crisi di rappresentanza delle organizzazioni che tutelano i diritti dei lavoratori:

“C’è, a livello mondiale, un attacco ai corpi intermedi, di cui i sindacati fanno parte. E’ il tentativo di togliere di mezzo tutto quello che è mediazione, riflessione e organizzazione del consenso, perchè il modello che si vuole affermare è quello del capo, del suo balcone e della piazza. Un modello che in Italia qualche danno già l’ha fatto”.

E’ stata anche l’occasione per parlare dei fatti di Napoli, dopo le violente polemiche suscitate dalle inchieste sui rifiuti realizzate dal giornale online Fanpage.it:

“Non riteniamo assolutamente appropriate né le perquisizioni né gli attacchi di alcuni rappresentanti delle istituzioni, che hanno bollato quelle inchieste come un atto camorristico o squadristico. Noi siamo a favore del diritto di cronaca e del diritto dei giornalisti a dare le notizie quando queste hanno una rilevanza pubblica, e mi pare che nel caso delle inchieste di Napoli la rilevanza pubblica e sociale della notizia ci sia tutta. La nostra stella polare è il diritto di cronaca. Poi c’è un’inchiesta della magistratura in corso e se verrà accertato che sono stati commessi dei reati, ma questo noi non possiamo dirlo, è bene che quei reati siano perseguiti nelle sedi opportune”.

Infine una strigliata al mondo politico:

“E’ l’atteggiamento usuale della politica nei confronti dell’informazione: si inneggia alla libertà di stampa quando i giornalisti fanno inchieste che riguardano gli avversari. Quando poi si fanno inchieste che riguardano quella parte politica, i giornalisti diventano nemici da abbattere e la libertà di informazione improvvisamente diventa qualcosa da combattere”.

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