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Gran Sasso Teramano, arriva la messa in liquidazione della società teramana

Gran Sasso Teramano, arriva la messa in liquidazione della società teramana

TERAMO, 6 dicembre – Provincia e Camera di Commercio votano lo scioglimento della gran Sasso Teramano, la società nata nel 2001 per la realizzazione della cabinovia di Prati Di Tivo, e nominano due liquidatori per portare avanti la procedura.

La decisione è stata formalizzata questa mattina nel corso dell’assemblea dei soci, con l’astensione dei Comuni di Pietracamela e Fano e delle amministrazioni separate.

La società per azioni, di cui Provincia e Camera di Commercio detengono la maggioranza, era stata istituita nel 2001 su iniziativa della stessa Provincia per realizzare e gestire la seggio-cabinovia di Prati di Tivo, un’opera da 12 milioni e 500 mila euro per un impianto che, per tipologia e lunghezza, è uno dei più grandi d’Italia (può portare fino a 1800 persone l’ora)  e la sua messa in liquidazione era stata  già anticipata dalla Provincia nell’assemblea del 16 maggio scorso.

Nel frattempo, come si legge nel verbale dell’assemblea di oggi, “la Camera di Commercio ha deliberato la dismissione della quota societaria; l’aggiudicatario della gara quinquennale per la gestione degli impianti, ha rinunciato all’affidamento; il secondo in graduatoria, al quale gli impianti sono stati affidati per un anno, ha già comunicato la propria difficoltà al pagamento del canone annuale (150 mila euro); le azioni volte al contenimento dei costi, già peraltro ridotti rispetto agli anni precedenti, non sono possibili e in taluni casi non hanno trovato accoglimento”.

Una situazione a fronte della quale gli enti soci hanno ritenuto di non avere più alternative.

“In tale situazione la messa in liquidazione era improcrastinabile – commenta il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino – il nuovo testo unico sulle partecipate è piuttosto restrittivo. Per mantenere in vita le società bisogna dare conto di ampie motivazioni sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria nonché della compatibilità con i principi di efficienza, di efficacia dell’azione amministrativa.  Alla luce dei reiterati risultati negativi registrati, il principio della convenienza economica è fortemente compromesso e a nulla rileva la circostanza che dopo il completamento dell’incasso dei fondi Fas la società è priva di posizioni debitorie in quanto l’eventuale margine positivo del 2016 non deriva certo dai risultati di gestione”.

A portare avanti la procedura di liquidazione saranno adesso l’avvocato Luca Di Eugenio e il commercialista Sergio Saccomandi, a cui spetterà  “la redazione dei bilanci societari, la valutazione di ogni utile possibile azione finalizzata alla gestione degli impianti, nonché ogni possibile strategia tesa a salvaguardare il patrimonio pubblico a sostegno della più importante stazione turistica montana della Provincia”.

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