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I veleni di Bussi: Edison accetta di fare interventi di caratterizzazione. Gerardis, “perché solo ora?”

I veleni di Bussi: Edison accetta di fare interventi di caratterizzazione. Gerardis, “perché solo ora?”

PESCARA, 1 dicembre – Si fa sempre più intricata la vicenda relativa alla bonifica del sito dei veleni scoperto a Bussi nel 2007. Come anticipato ad ABR24 NEWS da Augusto De Sanctis del Forum H2o, nella giornata di ieri, durante la Conferenza dei servizi che si è tenuta a Roma, è stato sostanzialmente congelato il Piano di caratterizzazione realizzato dal commissario Goio negli anni passati. Il testo, oltre ad essere stato consegnato al ministero dell’Ambiente soltanto tre giorni fa, sarebbe da riordinare e presenterebbe una serie di problemi, legati in particolar modo alle analisi effettuate, che l’Arta si è però rifiutata di validare. Nel corso dell’incontro ieri, inoltre, la Edison aveva dato per la prima volta una disponibilità di massima ad effettuare gli interventi di caratterizzazione in due delle aree principali del sito di Bussi. Oggi il ministero dell’Ambiente ha diffuso una nota, confermando che è proprio questa la novità di maggiore rilievo.

“La Edison ha confermato la disponibilità ad attivarsi per l’esecuzione degli interventi di caratterizzazione e l’adozione di misure di prevenzione nell’area Tremonti, di proprietà della stessa Edison, nel comune di Bussi, e nell’area Ex Montecatini, oggi di proprietà della società Moligean, nel comune di Bolognano, per la quale la Provincia di Pescara ha emesso a settembre 2015 una ordinanza nei confronti di Edison, riconoscendola quale soggetto responsabile della contaminazione – è scritto nella nota del ministero -. Il ministero ha chiesto alla Edison di concludere entro 90 giorni le operazioni di caratterizzazione, che dovrebbero quindi essere ultimate entro l’inizio di marzo. Scadono invece il 10 dicembre i termini assegnati dal ministero agli altri soggetti privati che stanno svolgendo le attività di caratterizzazione negli altri siti”.

Proprio il sito Tremonti, con i suoi circa tre ettari di ampiezza, rappresenta uno dei nodi principali nel processo di bonifica e, in tal senso, l’accantonamento del Piano di caratterizzazione fatto realizzare dall’ex commissario Goio su quell’area, a favore di un nuovo Piano di caratterizzazione affidato alla stessa Edison, azzererebbe di fatto la gran parte del lavoro compiuto dal 2007 ad oggi e rischierebbe di allungare ulteriormente la tempistica.

Sulla vicenda abbiamo interpellato l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, che assiste la Regione e il ministero dell’Ambiente sul caso Bussi ed è una delle memorie storiche dell’intera vicenda.

“Ci sono diversi aspetti che dovranno essere chiariti ed io considero il lavoro compiuto da Goio molto importante, da salvaguardare e da non accantonare, tanto è vero che me ne servirò quando torneremo in aula – spiega Gerardis -. Il Piano di caratterizzazione di Goio, anche per i risultati emersi dalle analisi, ha fornito un quadro piuttosto pesante a livello di inquinamento e c’è da capire come mai la Edison abbia accettato proprio adesso di compiere gli interventi di caratterizzazione. In precedenza, infatti, ogni volta che il commissario aveva provato ad imporre alla Edison di fare le analisi – ricorda l’avvocato – la Edison aveva opposto ricorso”.

Un altro aspetto da chiarire riguarda la mancata validazione delle analisi contenute nel Piano di Goio da parte dell’Arta, che peraltro è un ente della Regione:

“E’ bene premettere che l’Arta ha stipulato con l’ex commissario una convenzione da 500 mila euro per quelle analisi, che sono state compiute in maniera professionale e approfondita, seguendo tutte le prescrizioni impartite dall’Arta. Ieri non ero presente alla Conferenza dei servizi, ma ci sono degli aspetti che andranno chiariti. Proprio per questo, in settimana, parlerò con l’Arta”.

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