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Il manifesto del Comune di Francavilla fa discutere, accuse di plagio e sessismo

Il manifesto del Comune di Francavilla fa discutere, accuse di plagio e sessismo

FRANCAVILLA, 17 maggio 2017 – Si può discutere sul valore estetico e sul senso del messaggio veicolato, ma il manifesto scelto dal Comune di Francavilla per pubblicizzare la prossima stagione estiva un risultato lo ha già raggiunto: di certo non è passato inosservato. Sui social network, in queste ore, si è accesa la discussione tra detrattori e difensori del manifesto, che reca in primo piano le natiche di una donna formosa, ricoperte da un costumino a pois con la scritta “Estate”. Più in alto si legge: “Francavilla 2017”. Ed a voler essere maliziosi, la prima “elle” di Francavilla appare piuttosto ambigua e sembra rimandare all’immagine di un simbolo fallico. L’ideatore del manifesto è Mimmo Di Tizio, che ha vinto il contest creativo “In prima pagina”, finalizzato alla realizzazione della copertina per il programma estivo della città, aggiudicandosi anche un premio di 400 euro.

Su Facebook uno degli attacchi più espliciti arriva da Daniela Santroni, consigliera comunale di Sinistra Italiana a Pescara, che pubblica il manifesto con l’hashtag #senzaparole. Subito si anima la discussione, nell’ambito della quale prevalgono di gran lunga coloro che considerano il manifesto sessista e volgare. In pochi vanno controcorrente e parlano di un massaggio allegro e originale.

C’è anche chi grida al plagio e posta un’opera dell’artista olandese Parra, che in effetti appare molto simile all’immagine utilizzata dal Comune di Francavilla, seppure caratterizzata da altri colori e da qualche lieve differenza nella postura del soggetto. In ogni caso, se l’intento era quello di lanciare un messaggio provocatorio che facesse discutere, l’autore dell’opera e l’amministrazione francavillese hanno perfettamente centrato l’obiettivo.

Se al contrario si trattasse di una scelta comunicativa ponderata e seriamente mirata ad attrarre turisti sulla base di quell’immagine, c’è davvero da restare allibiti: utilizzare a fini commerciali il corpo femminile, oltre ad essere di dubbio gusto, è qualcosa di inflazionato, obsoleto e ormai fuori moda. Roba davvero anni Ottanta, un po’ come Drive-In o certi film con Alvaro Vitali e Gloria Guida.

Ma anche a voler chiudere un occhio sui soliti scontantissimi ammiccamenti all’italiana, si lancia un messaggio che finisce per rivolgersi soltanto ad una parte del target turistico, quella di genere maschile. Inoltre, ridurre le ragioni per le quali andare in vacanza a Francavilla alla presenza di belle donne in costume (come se nel resto d’Italia non ce ne fossero) rischia di proiettare l’immagine di una città priva di altre attrattive.

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