Il Pescara ritenta la scalata, oggi l’esordio contro il Foggia. In panchina è sfida tra ex
PESCARA, 27 agosto 2017 – Dimenticare il disastro della scorsa stagione e riannodare i fili con il sogno interrotto del 2012. E’ la missione che attende il Pescara di Zeman, che oggi pomeriggio, alle 17.30, farà il suo esordio in campionato contro il Foggia.
Tra biancazzurri e rossoneri si annuncia una gara ad alta intensità, non solo per l’accesa rivalità tra le due tifoserie. Il boemo, che sta al Foggia come Maradona sta al Napoli, sfida il suo passato. Sul fronte opposto in panchina c’è Giovanni Stroppa, allievo di Zeman in Puglia ed ex della contesa: fu chiamato a Pescara per guidare la squadra in serie A, dopo la fuga del boemo verso Roma. Venne mandato via da Sebastiani, sulla scia delle contestazioni dei tifosi, con la squadra che si trovava in zona salvezza. Chi venne dopo di lui non riuscì ad evitare una retrocessione rovinosa.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. A Pescara sono sbarcati condottieri come Marino, Cosmi e Baroni, senza lasciare il segno. Poi è arrivato Massimo Oddo e proprio quando la città sembrava aver trovato un nuovo profeta in patria, è arrivata l’ennesima delusione. Una nuova retrocessione, un nuovo fallimento e la necessità di voltare pagina. C’era un solo nome in grado di riaccendere le fantasie dei tifosi: Zdenek Zeman, con la sua utopia calcistica nel segno del calcio offensivo e del moto perpetuo. Un nome che fa tornare alla mente dei tifosi le gesta di quel Pescara delle meraviglie, che con Verratti, Insigne e Immobile in campo, dispensò spettacolo e dominò il campionato.
I tifosi del Delfino sognano di ripetere quell’impresa, riprendendo quel cammino interrotto. Il figliol prodigo è stato riabbracciato e le premesse sono buone, ma non sarà facile. I biancazzurri non hanno più i tre tenori di quell’epoca o magari ce l’hanno e serve solo tempo per scoprirli. D’altronde ragazzi come Ganz, Del Sole, Mancuso, Valzania, Proietti e Coulibaly, hanno già messo in luce qualità di rilievo. Se continueranno ad applicarsi, senza isterismi per qualche gradone di troppo, potranno consacrarsi nel calcio che conta. Basta chiedere a Totti e a Signori, a Verratti e ad Insigne, per avere un’idea dei benefici generati dal boemo. Con Zeman conta il collettivo: la sua organizzazione di gioco valorizza i campioni e rende protagonisti anche i gregari.
Al di là dei risultati, la certezza è che ci sarà da divertirsi: difesa altissima, verticalizzazioni ossessive, ripartenze fulminee e scambi sulle fasce. Spettacolo ed emozioni non mancheranno. Ed è già un gran risultato, in tempi in cui il calcio italiano appare sempre più imbrigliato in concetti tattici di tipo speculativo. Il percorso sarà lungo e pieno di ostacoli. La serie B di quest’anno si è livellata verso l’alto: tra retrocessioni dalla serie A e promozioni dalla terze serie, è venuta fuori una serie B da brividi, che ci proietta indietro di qualche decennio. A scorrere l’elenco delle squadre, la mente torna alle schedine del Totocalcio e alle cronache di Paolo Valenti e Tonino Carino.
Tante le piazze importanti e le squadre ricche di blasone: Bari, Cesena, Brescia, Avellino, Perugia, Ascoli e Salernitana sono veterane della cadetteria. Si rivedono anche nobili decadute come Parma, Foggia, Cremonese e Venezia. Senza dimenticare Empoli, Palermo e Pescara, di ritorno dalla massima serie. Saranno 42 giornate, più l’eventuale coda play-off, tutte da gustare. L’Adriatico, a partire da oggi pomeriggio, tornerà a bollire di passione.