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Inchieste Regione: il Riesame rigetta l’istanza di Ruffini

Inchieste Regione: il Riesame rigetta l’istanza di Ruffini

L’AQUILA, 9 marzo – Il Tribunale del Riesame dice no a Claudio Ruffini, che aveva impugnato il decreto di perquisizione con cui di fatto è stata formalizzata la sua posizione. Ruffini, capo della segreteria del governatore Luciano D’Alfonso, è indagato con altre 31 persone, tra cui lo stesso D’Alfonso, per appalti e altre attività della Regione Abruzzo.

Il difensore di Ruffini, Gennaro Lettieri, sottolinea tuttavia una serie di incongruenze che, ritiene, finiranno per pesare sul percorso giudiziario, in particolare:

“la mancata autorizzazione alla proroga delle indagini. “Questa eccezione, riproponibile in ogni stato e grado, peserà significativamente sulla vita del procedimento in quanto decorsi i primi sei mesi di indagini il Pm ha l’obbligo inderogabile di richiedere la proroga, avvertendo gli imputati e non continuando nella sua oscura attività investigativa. L’aver dimenticato la scadenza del termine delle indagini è una violazione del nostro ordinamento processuale e costituzionale”.

E poi prosegue:

“Abbiamo preso atto del rigetto del ricorso per riesame proposto da Claudio Ruffini. Naturalmente occorrerà esaminare le motivazioni per esprimere un giudizio più esaustivo. Va però rammentato che il riesame pone all’attenzione del Tribunale numerosi motivi, come la carenza dei presupposti di cui agli artt. 247 e 252 c.p.p, il decreto di perquisizione manca, all’evidenza, di due requisiti fondamentali: Ruffini Claudio compare soltanto tra gli indagati, ma v’è silenzio assoluto su una sua eventuale condotta; per l’effetto, non si rinviene il nesso pertinenziale tra i beni sottoposti a perquisizione e sequestro”.

Lettieri ritiene che siano anche inutilizzabili le intercettazioni telefoniche.

 

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