La domenica nera delle criptovalute: Bitcoin in crisi aperta, Ripple sigla accordo con Santander

PESCARA, 12 febbraio – È stata una domenica color nero piombo per il Bitcoin, il Ripple e tutte le altre criptovalute meno blasonate; del resto bisogna sottolineare che in generale le altcoin hanno sofferto per tutto gennaio e gli investitori interessati stavano da tempo attendendo il tanto auspicato rialzo, che sarebbe dovuto arrivare alla sempre più lontana meta di 50.000 Dollari. Anche i più temerari hanno cominciato a perdere la speranza, e forse anche la pazienza, e si sono dati alla svendita delle “monete” in loro possesso, parlando apertamente di crollo del Bitcoin.

L’andamento negativo riguarda anche tutte le altre criptovalute; vanno giù anche Ripple, Cardano, Ethereum e tutte quelle minori e il panico e l’incertezza serpeggiano nei mercati finanziari.

Sono cambiate molte cose in un solo mese e lo scenario attuale è completamente diverso da quello della fine dell’anno scorso, quando il Bitcoin veleggiava tranquillo verso i 20.000 Dollari. Le dure prese di posizione di alcuni governi, gli attacchi informatici che hanno svuotato i wallet di alcuni investitori, le carte di credito in criptovalute bloccate dagli enti che le hanno emesse e le nuove severe normative hanno contribuito a minare la fiducia degli investitori e hanno causato il forte deprezzamento a cui stiamo assistendo.

Più che legittimo, dunque, domandarsi se è ancora conviene investire in criptovalute e dare ascolto a quegli esperti del settore che consigliano di comprare ora che i prezzi sono così bassi, nell’attesa dell’ormai chimerico rialzo.

In questo panorama sembra ancora esistere una speranza: investire in Ripple, l’unica criptovaluta in grado di tenere testa, se non addirittura soppiantate i BTC.

È anche vero che XRP (Ripple) è una criptovaluta assolutamente unica perché la rete su cui è basata è un vero e proprio protocollo di di pagamento online; questa è infatti la differenza fondamentale fra le due criptomonete, ossia che mentre il Bitcoin è stato progettato per immagazzinare valore, il Ripple nasce con l’obiettivo di rendere veloci, trasparenti e sicuri i pagamenti in tutto il mondo.

Sarà per questo che le banche dimostrano, e hanno sempre dimostrato, un robusto interesse per XRP e per la sta tecnologia. È, ad esempio, dell’ultima ora la notizia della partnership che è stata stretta tra Ripple e Gruppo Santander, l’imponente gruppo bancario spagnolo, 15esimo a livello mondiale; l’annuncio è di quelli che fanno scalpore: Santander ha annunciato il rilascio, entro marzo, di un’App che utilizzerà i protocolli di Ripple e permetterà ai clienti di eseguire pagamenti in tutto il mondo in meno di un minuto.

In questo panorama un po’ difficile, quindi, se si ha desiderio di lanciarsi nel criptomondo, conviene investire in Ripple, poiché così facendo si investe sia nella criptovaluta nuda e cruda sia nella tecnologia che la sostiene, che appare essere solida e innovativa.

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