Pandemia e disagio adolescenziale: la Asl di Teramo attiva un apposito ambulatorio
TERAMO, 4 marzo – Dall’inizio della pandemia l’unità semplice a valenza dipartimentale di Neuropsichiatria Infantile della Asl di Teramo ha osservato un aumento di circa il 15% delle richieste di aiuto da parte delle famiglie di bambini ed adolescenti in stato di difficoltà. In particolare si è registrato un incremento di diverse forme di disagio: agiti impulsivi, iperattività, oppositività, alterazione del ritmo sonno veglia, irritabilità, rallentamento ed organizzazione delle acquisizioni di lettura-scrittura e calcolo nei bambini; disturbi del tono dell’umore, disturbi ossessivo compulsivi, ritiro sociale, ideazioni suicidaria e disturbi dell’alimentazione negli adolescenti.
L’ansia sembra aver inoltre rappresentato la risposta emotiva prevalente in tutte le fasce di età. Le motivazioni principali del crescente disagio riscontrato sono state ricondotte in particolare alla riduzione dei contatti personali con i compagni di classe, gli amici, gli insegnanti, alla mancanza di spazi esclusivi in casa, all’utilizzo eccessivo della rete e alle difficoltà socio-economiche delle famiglie.
Per questo la Neuropsichiatria infantile del dipartimento di Salute Mentale della Asl di Teramo ha attivato nei locali di contrada Casalena la possibilità di usufruire di consultazioni psicologiche ed attività riabilitative in tempi brevi in favore di bambini e adolescenti esposti al cambiamento radicale di vita conseguente all’attuale pandemia.
“Nel rispetto delle giuste regole imposte dalle autorità per contenere il virus – si legge in una nota della Asl di Teramo – appare necessario rafforzare gli interventi a supporto della salute mentale per bambini e adolescenti. E’ fondamentale una precoce individuazione di situazioni di rischio e un’immediata offerta di supporto ai minori e alle loro famiglie ai fini di una corretta elaborazione dello stress. Al riguardo è stata recentemente siglata una convenzione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per il trattamento dei casi più complessi, al fine di ridurre al minimo le conseguenze del coronavirus sulla salute mentale in età evolutiva”.