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Pescara, pensioni di invalidità con tangente. Berghella non risponde ai giudici

Pescara, pensioni di invalidità con tangente. Berghella non risponde ai giudici

PESCARA, 16 novembre – Non risponde al gip Vincenzo Berghella, il medico pescarese ex consigliere comunale e provinciale di Forza Italia, sottoposto a divieto temporaneo di esercizio della professione perché accusato di corruzione, induzione indebita a dare o promettere e millantato credito, nell’ambito dell’inchiesta sulle pensioni di invalidità.

Berghella è assistito dagli avvocati Matilde Cionini e Silvia Tortorella.
“Nessun commento”, sono state le uniche parole pronunciate dal medico al termine dell’udienza. Ad incastrarlo sarebbero tra l’altro filmati e intercettazioni ambientali, che hanno registrato i colloqui con undici pazienti.

Proprio dai pazienti, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto “la promessa e materiale corresponsione di utilità patrimoniali non dovute, dissimulate sotto forma di asseriti pagamenti di emolumenti di proprie prestazioni professionali necessarie all’ottenimento di misure patrimoniali di sostegno alla disabilità”. In sostanza, in cambio di danaro, si sarebbe speso a favore di diversi pazienti, per aiutarli ad ottenere l’assegno di invalidità.

A pagare o ad impegnarsi a pagare sarebbero state più persone, oltre dieci, con cifre oscillanti tra settecento e settemila euro, a volte consegnate anche a rate.

Più di una decina i pazienti che avrebbero pagato, o si sarebbero impegnati a pagare,  cifre oscillanti tra i 700 e i 7.000 in euro, talvolta corrisposte in più tranche, con la speranza di ottenere il beneficio.

In un caso, poi, Berghella avrebbe ottenuto la “promessa di una dazione di 10.000 euro, minor parte della maggior somma pretesa pari a 32.000 euro, quale pretesa corruttiva per atti di mediazione funzionali al superamento del concorso di reclutamento di personale da destinare alla Marina Militare, ottenendo altresì la consegna, per il medesimo fine, della somma di 5.000 euro”.

Indagati, per corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, anche dieci pazienti di Berghella, “perchè promettevano e corrispondevano le utilità patrimoniali sopra descritte per le condivise finalità illecite”.

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