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Processo Soget, testimone dell’accusa: “Pignoramenti revocati a Sospiri senza sua istanza”

Processo Soget, testimone dell’accusa: “Pignoramenti revocati a Sospiri senza sua istanza”

PESCARA, 17 aprile – Entra nel vivo il processo sui presunti crediti inesigibili della Soget, tra tasse, multe e affitti delle case popolari, che vede imputati il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, il direttore generale e il responsabile del settore esecutivo della Soget, Gaetano Monaco e Domenico Ludovico, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso e false attestazioni all’autorità. Questa mattina, in aula, sono stati ascoltati tre testimoni dell’accusa. “Dagli atti – è uno dei principali passaggi della testimonianza resa questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara, dall’appuntato dei carabinieri forestali Michele Brunozzi – non risulta che Sospiri abbia fatto alcuna istanza per chiedere la rateizzazione del debito”.

Un passaggio importante, inerente i fatti che chiamano in causa Sospiri, relativi al periodo 2013-2014 e riguardanti le procedure di pignoramento dei compensi della Regione al consigliere regionale per due crediti: uno di 2.473 euro e l’altro di 10.931 euro, per sanzioni al Codice della strada e tributi comunali non versati. Secondo l’accusa, Monaco e Ludovici, avrebbero consentito “immotivate rateizzazioni del debito a Sospiri, in mancanza di istanza proveniente dall’interessato”.

In aula Brunozzi, che ha ricostruito le varie fasi delle indagini, ha avvalorato l’ipotesi dell’accusa, affermando che “i pignoramenti sono stati revocati in assenza di qualsiasi ricorso da parte di Sospiri” e che “la Soget ha comunicato falsamente al Comune di Pescara che il debito era stata stato rateizzato a seguito di richiesta dello stesso Sospiri”.

Il testimone ha riferito anche di alcuni sms, tra Monaco e Sospiri, “dai quali emerge l’esistenza di un rapporto amicale tra i due”. Inoltre si è soffermato sulla vicenda del “file contenente una lista dedicata ai cosiddetti vip, ovvero politici indicati con il codice fiscale, con l’incarico ricoperto e, accanto, la somma della presunta morosità”. Alcune e-mail, del 2014, secondo quanto ricostruito da Brunozzi, attestano la decisione della Soget “di inviare a queste persone gli estratti della loro posizione debitoria”.

Il filone che chiama in causa Mazzocca riguarda invece un debito di 22.300 euro nei confronti dell’Aca: Monaco, secondo l’accusa, nel 2014 avrebbe disposto, per “mere ragioni di favoritismo”, la cancellazione dell’ipoteca iscritta su un immobile di Caramanico, con la motivazione di “definizione del debito”. Brunozzi al riguardo ha affermato che “ci sono delle e-mail, datate 14 luglio 2014, in cui Monaco scrive ad una funzionaria della Soget: ‘questa è l’iscrizione, cancella l’ipoteca’. Il giorno dopo – prosegue il testimone – l’ipoteca viene cancellata, ma il debito fino al 15 aprile 2015 non era stato saldato”.

Dopo Brunozzi sono stati ascoltati altri due testimoni dell’accusa, la funzionaria della Soget Patrizia Marinelli e un tecnico informatico. L’udienza è stata rinviata al prossimo primo ottobre.

Al termine dell’udienza, Sospiri ha diramato una nota di commento:

“È iniziato oggi, e aggiungerei finalmente, il processo sulla vicenda Soget che mi vede tra gli imputati per aver chiesto alla società come dovessi pagare una cartella ricevuta e per aver ottenuto un pagamento rateale, gravato da more e interessi, che poi non ho mai utilizzato avendo nel frattempo deciso di saldare l’intero importo in un’unica soluzione. Uso il termine ‘finalmente’ per sugellare la giornata odierna perché dopo aver ascoltato i due principali testi dell’accusa ritengo si sia già fatta chiarezza su eventuali equivoci sorti sul caso”

L’esponente di Forza Italia ha aggiunto:

“L’udienza odierna ha fatto emergere in modo chiaro che la rateizzazione non è stato un presunto atto di cortesia nei miei confronti, ma che la Soget la concede a chiunque la chieda a fronte di debiti di ingente valore; in secondo luogo è stato detto chiaramente che il decreto ingiuntivo non è stato ritirato a me, ma sono stati ritirati contemporaneamente decreti ingiuntivi a tantissimi cittadini perché gli stessi erano mal formulati, peraltro un decreto al quale non mi ero neanche opposto, ma che pure la Soget ha ritirato a tutti gli utenti cui erano stati recapitati. Infine è emerso che, esattamente come me, tanti cittadini si sono rivolti personalmente agli uffici Soget per sapere cosa e come pagare i propri debiti, e non tutti hanno formulato per iscritto la richiesta di rateizzazione, essendosi recati personalmente agli sportelli, e la rateizzazione è stata ugualmente concessa perché per l’utente comunque si trattava di saldare il proprio debito pagando anche di più per via degli interessi applicati su ciascuna rata”.

Sospiri ha concluso:

“Ciò detto ritengo, per quanto mi riguarda, di aver già avuto soddisfazione dai testi dell’accusa, e per ora resta un’unica certezza, quella di aver pagato, io, più di quanto dovessi. Ma se io ho pagato per intero e in un’unica soluzione il mio debito, resta il buio sui nomi dei circa 800 cittadini che, al contrario della mia posizione, il debito con la Soget, ossia con il Comune di Pescara, non lo hanno mai saldato”.

 

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