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Rimpasto di Giunta a Pescara, fuori Civitarese dentro Teodoro. L’assessore uscente: “Non capisco”

Rimpasto di Giunta a Pescara, fuori Civitarese dentro Teodoro. L’assessore uscente: “Non capisco”

PESCARA, 22 agosto 2017 – Fuori dalla giunta Stefano Civitarese, il “tecnico” che il sindaco aveva blindato e indicato come il simbolo della fase due, quella del rilancio dell’amministrazione comunale, e fuori anche Laura Di Pietro, la giovane assessora piazzata dal vicesindaco Antonio Blasioli. Dentro Gianni Teodoro e Simona Di Carlo. E’ l’esito dell’ennesimo rimpasto nella giunta comunale di Pescara, che vede Alessandrini uscire a pezzi dal braccio di ferro con i Teddy Boys pescaresi. Manca ancora l’ufficialità, ma la partita è ormai chiusa. Restano da limare solo i dettagli relativi alle deleghe, con i Teodoro che in queste ore stanno giocando al rialzo.

E’ il sindaco Alessandrini il principale sconfitto, al termine di un passaggio politico che lo umilia: D’Alfonso gli ha imposto di sacrificare Civitarese e di salvare Giuliano Diodati, che era il principale indiziato per fare posto a Teodoro. Diodati, però, è uomo di fiducia di Donato Di Matteo. Quel Di Matteo che, pur senza mai andare fino in fondo, ha già creato tanti grattacapi alla maggioranza regionale presieduta da D’Alfonso e che era pronto a fare nuovamente il diavolo a quattro in caso di defenestrazione del suo delfino.

Ancora una volta, dunque, Alessandrini si dimostra un sindaco dimezzato, costretto a piegare il suo volere e gli assetti della sua giunta alle necessità del presidente della Regione. Adesso come spiegherà la rinuncia a Civitarese ? La fase due è dunque naufragata ? E’ un’implicita ammissione del fallito tentativo di rilancio del governo cittadino ? Oppure riconoscerà di essersi dovuto piegare ai diktat dei Teodoro da una parte e di D’Alfonso dall’altra ? Ipotesi remota – quest’ultima – perché in tal caso il passo successivo non potrebbe essere altro che quello di rassegnare le dimissioni.

Dalla partita escono invece vincitori Di Matteo e Diodati, esce vincitore il segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio, che porta in giunta la Di Carlo, ma escono vincitori soprattutto i Teodoro, da oltre 20 anni ago della bilancia della politica pescarese, pronti a saltare con disinvoltura dai banchi del centrodestra a quelli del centrosinistra, a seconda dell’aria che tira e in base all’entità dell’offerta in termini di poltrone, nomine e deleghe. Un manuale di trasformismo e cattiva politica, che a turno fa indignare tutti i partiti, pronti però a riabbracciare i Teddy Boys, con la loro cospicua dote di voti, al momento delle elezioni.

Stefano Civitarese, in realtà, ci spera ancora. Più con il cuore che con la mente. Le sue parole sono prudenti, ma hanno il sapore del commiato:

“Mi hanno chiesto di attendere, c’è ancora confusione, ma se sarà confermata la mia esclusione la considero una scelta poco comprensibile”.

L’ormai ex assessore ci tiene a precisare:

“Non ho mai chiesto né ricompense né garanzie, ma mi erano stato fornite ampie rassicurazioni. Mai mi era stata prospettata la possibilità di un’uscita dalla giunta, lo stesso sindaco mi aveva indicato come una figura simbolo del nuovo corso e mi risulta fosse soddisfatto del mio lavoro”.

Nonostante tutto, Civitarese non cede al rancore:

“Non mi sento tradito, non credo nei matrimoni in politica, ma mi dispiace per la città e per il lavoro che si stava facendo”.

L’opposizione di centrodestra, questa mattina in conferenza stampa, gli ha riconosciuto “onestà intellettuale”, mettendo in luce gli aspetti positivi del lavoro che aveva intrapreso:

“Mi fa piacere che ci sia quanto meno un riconoscimento per l’opera che avevo avviato e sono molto lieto della miriade di messaggi e attestati di stima ricevuta in queste ore”.

Di bilanci, per il momento, non vuole sentir parlare:

“E’ ancora presto, vediamo che succede, anche perchè qui le cose cambiano di ora in ora. Io poi non sono un politico di professione e a chi mi chiede rispondo. In ogni caso quando ci sarà l’ufficialità ne riparleremo”.

La gestione di questo nuovo rimpasto logora ulteriormente l’immagine del centrosinistra pescarese. Il centrodestra, con in testa il capogruppo di Forza Italia, Marcello Antonelli, ha gioco facile nel chiedere le dimissioni del sindaco, invocando il commissariamento:

“Siamo critici, ma soprattutto preoccupati per la città che è completamente paralizzata e senza governo, con un sindaco inesistente che ha passato l’estate a gingillarsi attorno a questo rimpasto che ormai assume i contorni del ridicolo, e con le decisioni ultime che sembrerebbero vedere fuori l’assessore Civitarese, che era quello che avrebbe dovuto lanciare la fase due dell’Amministrazione Comunale a guida Alessandrini. E invece dopo undici mesi gli viene dato il benservito e non si capisce bene per quali ragioni”.

Antonelli affonda la lama nella ferita:

“Io immagino che sia la vendetta del presidente della Regione D’Alfonso e di qualche dirigente del Comune che continua a partecipare ai tavoli politici, non si capisce bene a quale titolo, per i ‘no’ detti a PescaraPorto, per esempio, da parte dell’assessore Civitarese. A lui riconosciamo una grande onestà intellettuale e anche un lavoro che aveva sviluppato e che a settembre avrebbe dovuto aprire un confronto serio sui temi strategici in Consiglio comunale. Tutto questo non avverrà e, nel deserto che ormai caratterizza l’amministrazione Alessandrini, noi riteniamo che sia veramente arrivato il momento per il sindaco di andare a casa, e non di mandare a casa qualche assessore per farne entrare qualche altro. Il sindaco ha bloccato la città e l’ha totalmente distrutta: questa è oggi una città sporca, insicura e senza governo”.

L’esponente di Forza Italia invita dunque Alessandrini a trarre le conseguenze:

“Si ridia la parola ai cittadini. Ci pare l’unica scelta dignitosa che potrebbe compiere in questi giorni. Anche perché con le nuove scelte in maggioranza aumenterà la conflittualità, si continuerà a litigare e quindi sarà un disastro per Pescara, con un anno e mezzo perso, quando invece si potrebbe recuperare terreno, restituendo la parola agli elettori. Qualche mese di commissariamento e poi la palla passerebbe ai pescaresi, che potrebbero finalmente scegliere una nuova amministrazione al posto non di una cattiva amministrazione, ma di una amministrazione inesistente”.

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