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Ryanair e l’aeroporto d’Abruzzo, Melilla: “Confermare stop tassa d’imbarco”

Ryanair e l’aeroporto d’Abruzzo, Melilla: “Confermare stop tassa d’imbarco”

PESCARA, 9 novembre – Confermare, dal primo gennaio 2017, la soppressione dell’aumento della tassa d’imbarco, per sostenere lo sviluppo del trasporto aereo, incrementare i flussi turistici e ridurre gli oneri a carico dei passeggeri. E’ l’obiettivo della proposta di legge presentata dal deputato abruzzese Gianni Melilla (Sinistra Italiana). La questione degli incrementi della tassa era al centro del braccio di ferro tra Ryanair e Governo: divenuti ufficiali gli aumenti, infatti, il vettore irlandese aveva dato l’addio ad alcuni scali (con contestuale chiusura delle basi), tra cui quello di Pescara. Poi l’Esecutivo ha sospeso gli aumenti nel periodo settembre-dicembre 2016 e la compagnia ha fatto marcia indietro, confermando la sua presenza in Abruzzo.

“La soppressione, già decisa per il periodo settembre-dicembre 2016 – spiega infatti Melilla – ha consentito di confermare la presenza di Ryanair all’aeroporto di Pescara e in altri scali italiani, che aveva preannunciato il suo disimpegno dinanzi all’ennesimo aumento di 2,5 euro dell’addizionale sui biglietti aerei, con una penalizzazione forte per le compagnie che praticano costi bassi”.

“Oltre a questa conferma, sulla quale c’è la posizione favorevole del Governo che ha deciso di prevederla nella prossima legge di stabilità 2017 – aggiunge il deputato pescarese – ho previsto una ulteriore forma di sostegno agli aeroporti che hanno un traffico annuo minore ai 2 milioni di passeggeri, con un’altra riduzione di 2,5 euro dell’addizionale sui diritti di imbarco. Sono interessati 24 aeroporti, tra cui quello di Pescara, che ha avuto nell’ultimo anno 599 mila passeggeri. In questo modo la Regione Abruzzo vedrebbe alleggerirsi il suo impegno finanziario a favore della Saga e del trasporto aereo, su cui vi sono state in passato molte polemiche anche in relazione a presunte violazioni di normative europee”.

Secondo Melilla si tratta di “una scelta che avrebbe un grande impatto positivo sull’economia e sul turismo abruzzese. Inoltre verrebbe affermato nella sostanza il diritto sociale alla mobilità, nel contesto europeo sempre più caratterizzato da processi di integrazione che vedono migliaia di abruzzesi lavorare o studiare all’estero – conclude – senza per questo limitare in via definitiva il loro legame con la loro regione”.

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