Sanatoria cantine, il M5s esulta: Pescara, Giulianova e Tortoreto non applicheranno la legge
PESCARA, 9 novembre – Il Movimento 5 Stelle esulta per le nuove vittorie ottenute nella battaglia contro la legge regionale a sanatoria delle cantine. La norma, che era stata approvata all’Emiciclo con il sostegno bipartisan del centrodestra e del centrosinistra, è stata impugnata dal Governo a livello nazionale. Inoltre, su proposta del Movimento 5 Stelle, i comuni di Pescara, Giulianova e Tortoreto hanno approvato delibere attraverso le quali chiedono di escludere i rispettivi territori dall’applicazione della ormai famigerata legge regionale numero 40, considerata dai suoi detrattori un grave passo indietro sul piano della sicurezza, poiché – come rimarcano i pentastellati abruzzesi – “si risolve in una vera e propria sanatoria per cantine, garage e locali accessori in genere, da poter convertire in residenze, locali commerciali, locali per servizi ed artigianato”.
Erika Alessandrini, consigliere comunale del M5s a Pescara, dopo che il Consiglio comunale della città adriatica ha approvato la delibera contro la legge 40, con 13 voti a favore e 4 contrari, commenta:
“Pescara ha difeso il proprio territorio da un condono bipartisan, voluto dal centrosinistra e dal centrodestra della Regione Abruzzo, che avrebbe permesso di legittimare come locali residenziali quegli ambienti che, per normativa nazionale, non potrebbero mai diventarlo, non avendo altezze e dimensioni minime. Il rispetto della legalità va di pari passo con il diritto alla salute e la dignità di tutti i cittadini, e questa legge vergogna avrebbe permesso di vivere e lavorare dentro garage, scantinati e sgabuzzini, tornando indietro di 40 anni, quando la parte più povera della popolazione viveva nei bassifondi degli edifici, invece che in appartamenti degni di questo nome. La ‘legge contro legge’ è stata finalmente fermata”.
In precedenza era stato il senatore pescarese del M5s, Andrea Colletti, a sollecitare il Governo con un’interrogazione parlamentare, affinché impugnasse il provvedimento dinanzi alla Corte Costituzionale, come poi effettivamente è avvenuto.
Il Consiglio dei Ministri aveva aderito a tale richiesta, rinviando ai massimi giudici la norma regionale:
“in quanto, nel disciplinare il recupero dei vani e locali accessori e seminterrati, situati in edifici esistenti o collegati direttamente ad essi, da destinare ad uso residenziale, direzionale, commerciale o artigianale, presenta profili di illegittimità con riferimento a varie disposizioni, che appaiono invadere la competenza legislativa statale in materia di tutela dell’ambiente e di governo dei territori, consentendo interventi di recupero anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti, ovvero in assenza dei medesimi”.
La delibera proposta dalle consigliere Erika Alessandrini ed Enrica Sabatini, ha fatto ricorso proprio alla facoltà, prevista per i Comuni proprio dalla Legge 40, di poter escludere sui propri territori gli interventi di recupero previsti, in ragione di specifici motivi di carettere ambientale, storico, artistico, urbanistico ed architettonico. Lo stesso è accaduto anche nei Comuni di Giulianova e Tortoreto, sempre su sollecitazione dei portavoce del M5S.
Margherita Trifoni, consigliere pentastellato al comune di Giulianova, fa sapere:
“Il consiglio comunale di Giulianova, all’unanimità dei presenti, ha fatto proprie le perplessità e le criticità sollevate dal Movimento 5 stelle, escludendo, con grande senso di responsabilità, la possibiltà di tali interventi sulla totalità del territorio comunale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il comune di Tortoreto, come conferma il consigliere del M5s Riccardo Staccialini:
“Anche nel Comune di Tortoreto ci siamo ritrovati a fare i conti con questa legge, che nasconde, dietro la giustificazione del contenimento dell’uso di suolo, un incivile ed ipocrita condono, che scippa ai territori il diritto di governare in modo ordinato e sostenibile il proprio sviluppo urbano ed aggrava il problema della già eccessiva antropizzazione e della mancanza di servizi essenziali. Abbiamo portato questo tema all’attenzione di tutti i gruppi consiliari, riuscendo a trovare, prima in commissione e poi in Consiglio, una soluzione approvata all’unanimità per limitare fortemente gli ambiti di applicazione, con l’esclusione di tutto il Lido, dal lungomare alla pedecollinare, e del centro storico. Una vittoria per il nostro territorio, importante e concreta, ottenuta grazie alle sinergie tra i nostri portavoce”.